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Giovedì 27 Marzo 2008
Il futuro della Icam
e il silenzio della giunta
Il dibattito sull'area di Pescarenico
Cara Provincia,
come lecchese sono seriamente ed egoisticamente dispiaciuto per l’allontanamento da Lecco della «Icam», in un momento in cui l’economia nazionale soffre per la troppa influenza politica sull’economia trainante lombarda. Spero solo che sull’area Icam non sorga nulla di “strategicamente” politico per l’immagine della città, troppo seriamente compromessa da inutili brutture che già troppe volte sono state giustamente criticate.
Su quell’area si possono studiare infinite realizzazioni: l’importante è che non ci sia ingerenza pubblica, ma solo controllo e che non si faccia qualcosa contro, ma in favore della città e del contribuente. Meno Pubblico, significa meno costi, ma soprattutto niente favori perché tutti i contribuenti onesti hanno gli stessi diritti.
A parte la proposta del bosco che trovo interessante anche se utopica, bisogna sempre pensare ai costi di manutenzione futuri e sapere se la cittadinanza è disposta ad assumersi un tale onere, perché l’area e la piantumazione hanno un costo elevato e, quando il settore pubblico interviene, ci si accorge immediatamente della differenza tra costi del pubblico e del privato.
Cominciamo a pensare alla conservazione del verde, ora che nel nostro territorio abbonda, e non quando sarà troppo tardi. E questo vale anche per quelle proposte ecologiche che vorrebbero la riduzione dei consumi, per esempio quello dell’acqua minerale: la gente è d’accordo sul tornare, scrivo provocatoriamente, alla candela di sego, alla bicicletta, al riscaldamento casalingo a legna, alla pastorizia ed all’agricoltura individuale del passato, quella che era insufficiente a sfamare una modestissima popolazione mondiale? La guerra agli Ogm (americani) è una delle più grandi corbellerie sostenute dalla sinistra, che non si preoccupa degli Ogm di altre nazioni: esempio i manghi di produzione brasiliana , tra l’altro ottimi. Sostenere, con una popolazione mondiale che ormai sfiora i sette miliardi di abitanti, la produzione dei paesi del “Sud” è pura follia. E’ come chiudere gli occhi sul controllo delle nascite, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, sostenendo che provvederà il buon Dio a tutte le necessità.
Giovanni Bartolozzi, Lecco
Ci fa piacere che, con la consueta sagacia, lei abbia colto il sasso che la scorsa settimana abbiamo gettato nello stagno. A dispetto di quanto appare, il tempo stringe. Ecco perché ritenevamo e riteniamo importante parlare del futuro dell’area. Il titolare dell’azienda - che è persona perbene con a cuore il destino della sua città - è stato il primo (lui che avrebbe potuto essere l’ultimo a farlo, visto che è «roba sua») a porre la questione. Società civile e organizzazioni sindacali si sono subito gettati nel dibattito. L’unico silenzio, come al solito, è quello della giunta. Un silenzio assordante e, se permette, pure inquietante. E il passato non aiuta a essere ottimisti.
Ernesto Galigani
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