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Domenica 10 Febbraio 2013
Lanzada, Grande festa
per i 100 anni di Rosa
Il 4 gennaio era stata Giovannina Leonilde Nana, di Lanzada, a festeggiare i suoi 100 anni di vita e, ieri, a bissare l'ambito traguardo è stata la sua compaesana, Rosa Picceni, nata il 9 febbraio del 1913
Il 4 gennaio era stata Giovannina Leonilde Nana, di Lanzada, a festeggiare i suoi 100 anni di vita e, ieri, a bissare l'ambito traguardo è stata la sua compaesana, Rosa Picceni, nata il 9 febbraio del 1913.
Una donnina minuta, ma tutto pepe e, ancora oggi, nonostante l'età, presente e reattiva. Basti pensare al simpatico "tour de force" che si è sobbarcata per i festeggiamenti, iniziati alle 10 del mattino con la Messa nella chiesa di Tornadri,celebrata dal parroco don Claudio Rossatti, e culminati col pranzo offerto dai tanti nipoti all'hotel Mirage.
Il tutto inframmezzato da alcuni momenti augurali, come il dono del sindaco Marco Negrini e della Giunta, di una stele in serpentino raffigurante la chiesa di Tornadri, dove Rosa si reca ancora a Messa alla domenica «a meno che i parenti non mi portino in auto nella parrocchiale di San Giovanni», precisa donna Rosa, e la consegna della "benedizione papale" fattale avere dal nipote, don Michele Parolini, parroco di Uggiate Trevano (Varese), ma originario di Lanzada.
Lo stesso che, l'anno scorso, aveva concelebrato la Messa per i 100 anni del nonno, Antonio Parolini, scomparso alcuni mesi fa, e marito di Amabile, sorella di Rosa, che si avvia decisa verso il traguardo dei 100 essendo già nell'anno dei 98.
Amabile, del resto, è l'unica sorella che ancora può fare compagnia a Rosa in quanto, gli altri quattro, fra fratelli e sorelle, sono già mancati. Non mancano, però, a Rosa i nipoti e i pronipoti: lei non si è mai sposata, ma ha fatto da seconda mamma ai dieci figli di Giuseppina e Mario Bordogna, di Como, famiglia per la quale ha prestato servizio per 45 anni. «Per noi Rosa è una persona di famiglia, le siamo tutti affezionatissimi - assicura Piera Bordogna, giunta a Lanzada ieri coi fratelli Enrico, Nino e Gianni, cognate e nipoti -. Ci ha visti nascere tutti ed è sempre stata con noi». È arrivata a Como da ragazza «col fagottino sotto braccio - dice Rosa - come si faceva una volta, con alcuni effetti personali e poco altro. Sono rimasta un po' a servizio della famiglia Bordogna, ma, poi, sono dovuta rientrare a Lanzada perché non stavo molto bene. Sono ritornata da loro a Como e ci sono rimasta per anni e anni».
La prima cosa che Rosa faceva, tutte le mattine, era andare alla Messa delle 6, poi faceva la spesa, e tornava a casa Bordogna per far da mangiare per tutti. Poi, avanti coi mestieri di casa. «Aveva anche il pomeriggio libero - precisa Simon Pietro Picceni, suo nipote -, ma se le chiedi come passava quelle ore ti risponde candida candida "Stiravo!"».
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