
Editoriali / Lecco città
Lunedì 10 Febbraio 2014
Lecco, un amarcord collettivo
Risuscita la città che non c’è più
Raggiungono quota 1.354 gli iscritti al gruppo “Sei di Lecco se...” in Facebook: una gara di ricordi. Quando si andava al mercato in piazza XX Settembre, o si parcheggiava in via Roma

Orgoglio lecchese. Raggiungono quota 1.354 gli iscritti alla pagina Facebook “Sei di Lecco se”. Dopo il nostro servizio dei giorni scorsi, la pagina è stata presa d’assalto da tanti lecchesi di tutte le età.
Un lungo amarcord a spasso tra i decenni, dove emerge una città che non c’è più. Una città coi suoi vecchi negozi che erano il punto di riferimento geografico per chi doveva darsi appuntamento, in tempi in cui già avere il telefono fisso a casa era uno status.
Ricordi di chi andava al mercato in piazza XX Settembre, di chi percorreva in auto via Roma e posteggiava negli spazi davanti alla Coin, allora Upim.
Tra vecchie fotografie e appunti i lecchesi fanno tornare alla luce i luoghi, le piazze, i bar come il Marchioni in via Cavour con la sua storica panna montata con cacao o cannella. Quando ancora era un “paesotto” che si animava il mercoledì e il sabato con il suo mercato in centro che raccoglieva persone da tutti i paesi vicini. E chi abitava nei rioni quando andava in centro, diceva “vado a Lecco”.
Un ruolo importante è affidato ai negozi: dal Cassin, lo storico ritrovo per tutti gli sportivi, al primo Bennet nel piazzale di via Besonda, vicino ai sindacati, dove oggi c’è il noto negozio Ezio Galli.
Un lungo elenco di post, come quello di Umberto Guardigli che scrive: «Sei di Lecco se andavi a comprare i Krapfen da Vaccani all’angolo tra via Cavour e via fratelli Cairoli».
Erminio Mino rimarca: «Sei di Lecco se ti ricordi i negozi di elettricista Pifferetti via Cattaneo e Galluzzi via Cavour».Ivan Albo aggiunge: «Sei di Lecco se andavi a vedere le vetrine del negozio di giocattoli del Bregaglio accanto alla Torre Viscontea».
Un segno di appartenenza alla propria città. Bastano questi due post a dimostrarlo. Monica Gelasio scrive: «Sei di Lecco da piccolo hai fatto le vaccinazioni in via Sassi vicino al Comune», e Marco Cornara, come tanti altri, faceva i tuffi dal pontile della Texaco alle Caviate. Luoghi che restano nella memoria di chi li ha vissuti.
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