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Lunedì 10 Dicembre 2012
Lecco: formazione
per superare la crisi
Italiani più poveri e arrabbiati, come ci dice in queste ore l'ultimo rapporto Censis, ma non rassegnati. Per uno su due (51%) il riscatto passa anche dalla voglia di rimettersi in gioco tornando a fare formazione come puro investimento su sé stessi
Per uno su due (51%) il riscatto passa anche dalla voglia di rimettersi in gioco tornando a fare formazione come puro investimento su sé stessi, senza certezze "su un'eventuale e rapida svolta professionale", secondo un'indagine di Openjobmetis Spa.
«È un quadro - dice Fabio Corno, a capo Cis, Centro Studi Impresa di Valmadrera e docente all'università Milano Bicocca - di cui abbiamo riscontro anche nella formazione che facciamo al Cis, un osservatorio costituito da persone che rientrano nella fascia del 51% dell'indagine in questione. La crisi taglia posti di lavoro - aggiunge - e chi rimane in azienda ha sempre più da fare e meno tempo per migliorarsi. Perciò da noi si iscrivono molte persone su corsi brevi, di due ore e mezza, in piccoli gruppi che si confrontano su argomenti specifici».
I dati sono stati raccolti dall'agenzia per il lavoro, che ha intervistato 1.157 persone (58% donne): in aggiunta al 51% disposto a formarsi senza precondizioni, c'è il 31% che è disposto a impegnarsi solo con la certezza di un immediato riscontro lavorativo.
Il 17% è disposto a farlo ma solo per il lavoro dei propri sogni e, su tutti, solo in 10 non sono disposti a muovere un dito per migliorare la propria vita. Poco rilevanti le differenze d'età, anche se la percentuale più alta (22%) è costituita da ultraquarantenni che, come gli over 50 (secondo il rapporto appena diffuso da Accenture), di rottamarsi non vogliono proprio saperne.
A tornare sui banchi sono anche gli stessi piccoli imprenditori, anche spinti dalle loro associazioni d'impresa, come sta facendo l'Api in questi giorni in cui sta sollecitando alla Regione Lombardia l'implementazione della "dote azienda" da spendere per formarsi.
Così capita che un imprenditore torni a scuola per migliorare l'inglese, come ha fatto Luigi Pescosolido della Rapitech srl di Lecco, che ha utilizzato l'ufficio estero Api per cercare nuovi partner su mercati esteri. Inevitabile il «corso one to one - spiega l'imprenditore - con un esperto madrelingua, per una forma zione mirata rispetto alla realtà aziendale e ai termini tecnici».
Nuova formazione anche per Luca Colombo, della Sia srl di Cremella, che nel corso sull' "Imprenditore leader" ha apprezzato soprattutto «il confronto con altri imprenditori - dichiara - alla guida di aziende di dimensioni comparabili alla mia. Il corso mi ha permesso di colmare qualche lacuna - conclude - ma soprattutto di osservare la mia azienda da un nuovo punto di vista.
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