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Lunedì 02 Luglio 2012
Lecco: indagine dell'Api
sul costo dell'energia
Il Consorzio Adda Energia dell'Api (l'associazione delle piccole e medie industrie) ha appena concluso un'indagine per capire perchè, dallo scorso maggio, le bollette elettriche dei circa 300 stabilimenti che serve si sono fatte parecchio più pesanti.
Il Consorzio Adda Energia dell'Api (l'associazione delle piccole e medie industrie) ha appena concluso un'indagine per capire perchè, dallo scorso maggio, le bollette elettriche dei circa 300 stabilimenti che serve si sono fatte parecchio più pesanti.
E ha concluso che a determinare il grande balzo in avanti è stata la parte di quegli oneri di sistema riconducibile alle energie rinnovabili che ha ormai raggiunto il 50% del costo della sola componente energia, cioè il 25% della bolletta.
Metà della bolletta, dunque, se ne va per pagare effettivamente l'energia, un quarto copre una serie di costi (trasporto, dispacciamento, imposte e tasse) e poi resta la quota con cui finanziamo chi vuole installare i pannelli o utilizzare altre energie rinnovabili.
E per rinnovare la sua offerta di finanziamento lo Stato aumenta la pressione su tutti. Tale costo, spiega l'indagine,«per le utenze in media tensione è passato da 16,65 euro(MWh del primo trimestre 2011 ai 40,3 euro dello scorso maggio, mentre per le utenze minori in bassa tensione» si è passati da 20,28 euro a 49,08. Solo in questo modo, secondo le stime dell'Autorità per l'Energia e il gas, è possibile mantenere i regimi di incentivazione già assicurati, con troppa generosità, a coloro che avrebbero effettuato investimenti nelle rinnovabili.
Così al presidente del consorzio Sandro Bonaiti non resta che spiegare alle aziende che aderiscono al consorzio come gli aumenti siano «andati ben oltre le possibilità di compensazione fornite dalla riduzione di altri oneri e, per quanto ci riguarda, hanno addirittura finito per assorbire i vantaggi apportati dalla riduzione dei prezzi dell'energia ottenuta con la negoziazione contrattuale».
Bonaiti parla di un «costo fuori controllo che in tempi di crisi non è possibile trasferire al mercato».
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