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Mercoledì 05 Settembre 2012
Lecco: negozi
E' un settembre nero
La crisi, la concorrenza delle grandi catene di distribuzione e gli affitti alle stelle.
A Lecco il commercio soffre sempre più. Entro marzo 2013 un negozio su tre è destinato a chiudere i battenti.
Il commercio lecchese soffre sempre più. Entro marzo 2013 un negozio su tre è destinato a chiudere i battenti. Non si salvano neppure le attività del salotto buono. In via Roma almeno tre negozi hanno abbassato la serranda in questo periodo, e anche in via Cavour c'è chi comincia a tremare. Nella morsa delle chiusure è destinato a rientrare pure l'Isolago.
I primi a chiudere sono i negozi di abbigliamento, seguiti dai piccoli alimentari, da bar e ristoranti. La Confcommercio indica per l'anno in corso un calo dei consumi del 3,3% procapite. Un dato senza precedenti, peggiore di quello già negativo dello scorso anno.
A livello nazionale, stando ai dati di Confcommercio, hanno chiuso oltre 105 mila imprese commerciali, di cui 62.477 punti vendita al dettaglio. Il saldo tra le nuove attività e quelle che hanno abbassato la serranda è stato di meno 34 mila aziende commerciali.
A livello locale i dati sono in proporzione, su 350 negozi dislocati in città, un terzo è destinato a chiudere. Dopo la pausa estiva, almeno quattro negozi del centro non hanno riaperto, e pure due bar: il Centrale di via Roma e il Papiro all'Isolago.
Restano vuoti spazi un tempo ambiti: fa testo il caso delle vetrine all'angolo tra via Cavour e via Roma; chiuso "Philosofia" per il momento non c'è stata la turnazione. Ha terminato l'attività anche l'abbigliamento "I belli fashion" in via Roma 85, trasferito a Villa Guardia. Pure qui i locali sono ancora sfitti. Tante chiusure anche su viale Turati. E pure in via Mascari, nella tratto dalla chiesa di San Nicolò fino all'incrocio con via Bovara ci sono locali vuoti. E il negozio di tappeti dopo anni di presenza ha terminato l'attività ed è arrivata una pellicceria.
Ed ha chiuso pure la rivendita di tappeti di piazza Manzoni. Per non parlare dei rioni dove ormai le attività si contano. Alla Bonacina non c'è più neppure un negozio di generi alimentari.
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