
Editoriali / Lecco città
Martedì 04 Febbraio 2014
Lecco, piano cave
La parola alla Regione
Approvato in Provincia con i voti favorevoli della maggioranza e contrari del centrosinistra. Nava: «Compromesso tra le esigenze dell’economia e dell’ambiente» Lega soddisfatta. Il Pd: «I nostri consiglieri vigileranno al Pirellone, temiamo blitz»

Salvo il Cornizzolo con l’alt alla richiesta della Holcim di scavare anche il monte dove è incastonato il gioiello romanico di San Pietro al Monte. Nessuna nuova ferita al territorio, ma più possibilità di estrazione nei vecchi giacimenti.
E’ in sintesi la filosofia del piano cave licenziato in Provincia con i voti favorevoli della maggioranza di centrodestra e il no del Pd e di Sel (astenuto il consigliere Udc).
Nei prossimi vent’anni si estrarranno 11,7 milioni di metri cubi di rocce industriali (5 milioni dei quali residui della precedente pianificazione) soprattutto nelle cave del territorio comunale di Lecco: 8 milioni sulla Vaiolo Alta , 3,5 milioni sulla Vaiolo Bassa, 200 mila metri cubi nella cava del Cornello.
Dal Moregallo si caveranno 900 mila metri cubi di pietrisco e 550 mila di ghiaia nel l’ex cava Mossini. Totale 13,15 milioni autorizzati.
«Un documento equilibrato che coniuga le esigenze delle attività produttive e la tutela ambientale del territorio», dichiara con soddisfazione il capogruppo della Lega Paolo Arrigoni.
Sedici le osservazioni, quattro i pareri (dei Comuni di Lecco, Galbiate e Mandello, e del Parco del Monte Barro) per un totale di 82 punti analizzati uno per un uno dall’assemblea. Cinque le controdeduzoni parzialmente accolte, otto quelle accolte per intero, respinte tutte le altre.
Insoddisfatto il centrtosinistra che ha votato contro: «Adesso - commenta il capogruppo Italo Bruseghini - la partita si sposta in Regione che dovrà dare il via libera definitivo. Presenteremo un ordine del giorno in Provincia per chiedere l’impegno dei nostri rappresentanti al Pirellone a vigilare affinché non ci siano modifiche: no fermo a scavi sul Cornizzolo o in Brianza. Non si sa mai: qualche blitz è sempre possibile, anche perché i malumori delle cementerie possono trovare un orecchio attento». Ma i compito della Provincia è stato portato a termine, ha sottolineato il presidente Daniele Nava: «Era uno dei punti del programma della mia amministrazione. E’ il miglior piano cave possibile: un compromesso tra e esigenze dell’ambiente e dell’economia mantendendo i giacimenti in essere».
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