"L'Onu depenalizzi l'omosessualità"
Ma il Vaticano critica la Francia

Il governo francese vuole proporre la depenalizzazione universale dell'omosessualità nell'ambito del progetto per la tutela dei diritti e contro ogni violenza. Ma è polemica con la Santa Sede secondo la quale si creerebbero nuove discriminazioni

Il Vaticano e le Nazioni Unite sono nuovamente ai ferri corti. A far scattare la reazione della Santa Sede, questa volta, è l'idea di una depenalizzazione universale dell'omosessualità.
Un progetto francese che raccoglie un 'no' tondo dei Sacri palazzi prima ancora che Parigi lo formalizzi: "Gli Stati che non riconoscono l'unione tra persone dello stesso sesso come 'matrimonio' - spiega mons. Celestino Migliore - verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni".
In serata la precisazione del portavoce vaticano: "Nessuno vuole difendere la pena di morte per gli omosessuali", afferma padre Federico Lombardi, che sottolinea, però, che come la Santa Sede altri 150 paesi non hanno aderito alla proposta d'Oltralpe.

TUTELA DEI DIRITTI
La giovane sottosegretario francese agli Esteri, Rama Yade, di origine senegalese, lo aveva preannunciato. "La presidenza francese dell'Unione europea - aveva detto in occasione di una visita al Palazzo di vetro di New York - ha deciso di fare dei diritti delle donne, e più in particolare della lotta contro le violenze nei loro confronti, o della depenalizzazione dell'omosessualità, le due priorità durante questo semestre di azione dell'Unione europea in materia di diritti dell'uomo". L'iniziativa nasce dalla constatazione che più di ottanta paesi in giro per il mondo, per lo più a maggioranza musulmana, sanzionano con il carcere o la pena di morte l'omosessualità.

"COSI' NUOVE DISCRIMINAZIONI"
La presa di distanza vaticana è però netta. L'osservatore permanente della Santa Sede all'Onu spiega che "tutto ciò che va in favore del rispetto e della tutela delle persone fa parte del nostro patrimonio umano e spirituale. Il catechismo della Chiesa cattolica, dice, e non da oggi, che nei confronti delle persone omosessuali si deve evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione. Ma qui - prosegue mons. Migliore  - la questione è un'altra. Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di paesi - spiega - si chiede agli Stati ed ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni".
La crepa - è il timore della Chiesa cattolica - potrebbe allargarsi e mettere in pericolo l'intero edificio sociale fondato sulla famiglia e il matrimonio eterosessuale. La battaglia su questi temi è aspra, dall'Onu all'Unione europea, da New York a Roma, e la Chiesa si sente assediata. Dopo il referendum che ha cambiato la costituzione californiana per vietare i matrimoni gay, alcune chiese dei Mormoni - che nella campagna si sono particolarmente impegnati - sono state assaltate e prese a fucilate. "Turbata", la Conferenza episcopale statunitense ha immediatamente espresso la propria solidarietà.
Nei confronti dell'Onu non mancano punti di contatto e attestazioni di stima. Anche oggi, in occasione della Giornata mondiale sull'aids, 'Radio vaticana' e l''Osservatore romano' non mancano di rilevare l'impegno delle Nazioni Unite per la diagnosi e le cure tempestive della pandemia. La diffidenza, tuttavia, riaffiora ciclicamente. Già nella conferenza internazionale del Cairo del 1994, sulla popolazione, e nella successiva conferenza di Pechino, sulla donna, che videro il Vaticano in collisione con le agenzie delle Nazioni Unite e gli Stati Uniti sulle politiche di controllo delle nascite. Poi di nuovo sulla questione dell'aborto (il cardinale Renato Raffaele Martino ha attaccato Amnesty e mons. Migliore è tornato a criticare le associazioni che tentano di introdurre l'introduzione di gravidanza tra i diritti dell'uomo).
Ma anche il tema della libertà religiosa fa emergere qualche increspatura. Il card. Jean-Louis Tauran ha attaccato di recente la stessa presidenza francese dell'Ue che ha proposto di annoverare la "derisione" della religione tra le espressioni di libertà d'espressione sancite dall'Onu. "Sto preparando un intervento specifico, chiedendo un commento, una spiegazione in merito a questa affermazione che mi sembra inaccettabile", ha detto. Anche il Papa - che pure ad aprile scorso ha visitato il Palazzo di vetro di New York con grande successo - aveva rilevato, nei mesi precedenti, che "le discussioni internazionali sembrano caratterizzate da una logica relativistica che considera come sola garanzia di una pacifica coesistenza tra i popoli un rifiuto di ammettere la verità sull'uomo e la sua dignità". Proprio su questi temi, peraltro, è in arrivo un documento della Commissione teologica internazionale.

POLEMICA POLITICA
Le dichiarazioni della Santa Sede sull'omosessualità, intanto, scatenano le reazioni politiche italiane. Protestano con veemenza l'Arcigay e i radicali ("E' una posizione analoga a quella dei regimi teocratici e fondamentalisti religiosi", afferma il deputato Pd Matteo Mecacci). Per il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero "se passasse la richiesta del Vaticano, l'unica cultura che sarebbe di certo messa 'alla gogna' è quella dei diritti dell'uomo".
L'eurodeputato Prc Vittorio Agnoletto si spinge a proporre la convocazione di un rappresentante vaticano per un'audizione davanti alla Commissione sui diritti umani dell'Europarlamento". Massimo Donadi dell'Italia dei valori e l'ex ministro Barbara Pollastrini del Pd chiedono al governo italiano di sostenere l'iniziativa francese sulla depenalizzazione dell'omosessualità.
Anche Fiamma Nirenstein, del Pdl, prende le distanze dalle dichiarazioni di mons. Migliore. "Qui - spiega - è in ballo la vita di migliaia di persone che rischiano di venire giustiziate o imprigionate, a causa del loro orientamento sessuale".
 E pure il presidente Udc Rocco Buttiglione, che per le sue posizioni sull'omosessualità non divenne commissario Ue, tiene a puntualizzare: "Non mi risulta che la Chiesa Cattolica sia contraria alla depenalizzazione del reato di omosessualità e non mi convincono alcune note di agenzia che le attribuiscono questa posizione". Altro, spiega, è "definire per gli omosessuali uno status privilegiato". Così come è pacifica, per il senatore cattolico, "la semplice riaffermazione del fatto che il matrimonio è l'unione di un uomo e di una donna per generare ed educare dei figli".
"Ovviamente nessuno vuole difendere la pena di morte per gli omosessuali, come qualcuno vorrebbe far credere", precisa in serata il direttore della sala stampa vaticana, padre Lombardi. E aggiunge: "Meno di 50 stati membri delle Nazioni Unite hanno aderito alla proposta in questione, mentre più di 150 non vi hanno aderito. La Santa Sede non è sola".

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