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Sabato 12 Aprile 2008
Mario Anghileri: "Una Provincia
cresciuta con il giornale"
Mario Anghileri, avvocato, attuale sindaco di Valmadrera, è stato il primo presidente dell’Amministrazione provinciale di Lecco dopo la scissione da Como, avvenuta nel 1993. Le prime elezioni nel 1995, poi la riconferma a numero uno di Villa Locatelli
Sono gli anni in cui si pongono le basi per concretizzare il grande sogno dell’autonomia amministrativa. Di quella Provincia che comincia a volersi far largo. Giorno dopo giorno la cronaca sarà farcita di informazioni. Non per niente sulla prima pagina del primo numero, quasi a portar fortuna per il successo che arriverà anni dopo, spicca la cronaca dell’incontro romano tra i sindaci di Lecco Giulio Boscagli, e i colleghi di Biella, Lodi, Rimini e Prato.
«Ci ha portato fortuna – racconta Mario Anghileri, primo presidente di villa Locatelli, e oggi sindaco di Valmadrera -. L’avere avuto un quotidiano locale che ha seguito le fasi per la costituzione dell’ente è stato molto importante. È stato un supporto stimolante che ha permesso il confronto tra le parti, è servito a verificare l’interesse. Perché non nascondiamolo qualche intralcio c’è stato. Non è stato così facile costituire l’amministrazione provinciale».
Nel 1997 Lecco si stacca da Como e diventa autonoma, comincia a camminare con le sue gambe. Il nostro quotidiano la affianca riportando la cronaca degli eventi.
«Ci ha seguito passo dopo passo, a volte non ci siamo trovati sulla stessa linea d’opinione ma forse è stato meglio così perché ha permesso di aprire il dibattito, di confrontarci – sottolinea Anghileri -. Per crescere serve il confronto, e fortunatamente c’è sempre stato e mi auguro continuerà ad esserci. Il quotidiano «La Provincia» è cresciuto, nel corso degli anni è migliorato proponendo un vasto caleidoscopio di notizie, con una particolare attenzione al territorio che non va mai dimenticato».
Vent’anni di cronaca che hanno messo in prima pagina tanti eventi: dall’inaugurazione dell’attraversamento, al disastro avvenuto nel tunnel del San Martino qualche mese fa con un incidente che ha coinvolto centinaia di automobilisti, alle elezioni comunali e provinciali che da sempre surriscaldano i lecchesi. Senza dimenticare le storie della gente.
Quel 24 marzo di vent’anni fa è pure una pietra miliare sul fronte della tecnologia. Quella tecnologia che oggi ci fa sorridere e che definiremmo preistorica, con i suoi grandi computer e i tanti cavi che si attorcigliavano ovunque. Quanto di più avanzato ci fosse allora.
Per il notiziario nazionale e per la tipografia ci si appoggia alle strutture della tradizionale «Provincia» a Como, con cui è stato realizzato un collegamento che viaggia sui cavi telefonici e impulsi elettronici e che consente di trasmettere in poco tempo alla tipografia le pagine confezionate nella sede lecchese di piazza Manzoni.
La trasmissione avviene con una linea telefonica particolare detta a «circuito diretto numerico» sulla quale viaggiano gli impulsi, che altro non sono che le pagine del giornale tradotte in un linguaggio elettronico, affinché i «cervelloni» situati nella sede lecchese e quelli nella tipografia comasca possano intendersi. E l’intesa si concretizza immediatamente. Non mancheranno momenti di confusione, qualche impulso che fuoriesce dal selciato e cerca di andarsene per la sua strada per poi rientrare immediatamente.
Una trasmissione che avviene con una velocità di 9.600 «bit» al secondo, per essere concreti per inviare da Lecco alla tipografia una pagina di giornale occorrevano poco meno di cinque minuti. Oggi i tempi sono molto, ma molto inferiori, si parla di secondi.
Prodigi della tecnologia che a chi utilizzava i piccioni viaggiatori per le prime agenzie di stampa sembrerebbero diabolici, e che oggi vengono definiti arcaici, ma che sono stati la base di questa evoluzione durata vent’anni e destinata a proseguire con continui miglioramenti.
Paola Sandionigi
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