Merate, a due donne impiantate
le protesi al seno sospette

Ci sono anche due meratesi tra le cinquemila italiane che si sono fatte impiantare le protesi mammarie Pip, prodotte dall'azienda francese Poly Implant Prothèse, e giudicate fragili, a rischio rottura e addirittura imputate di provocare il cancro al seno

MERATE - Ci sono anche due meratesi tra le cinquemila italiane che si sono fatte impiantare le protesi mammarie Pip, prodotte dall'azienda francese Poly Implant Prothèse, e giudicate fragili, a rischio rottura e addirittura imputate di provocare il cancro al seno. A renderlo noto, la Federconsumatori di Lecco, alla quale due donna - una sulla quarantina e l'altra sulla cinquantina - si sono rivolte nelle prime settimane di gennaio. «Le due donne - spiega Sergio Fenaroli - hanno chiesto il nostro aiuto per essere tutelate e noi ci siamo subito mossi contattando le strutture che hanno impianto le protesi e le due Asl di competenza».
Ieri pomeriggio, Fenaroli ha inoltre incontrato i vertici dell'Azienda ospedaliera lecchese per porre le basi di un confronto per risolvere il problema di un'altra protesi, quella all'anca prodotta dalla DePuy Orthopaedics, che ha ritirato da tempo il suo prodotto dal mercato perché sospettato di provocare sovradosaggi di cobalto e cromo nel sangue dei pazienti in cui è impiantata.

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