Noi, salitori di montagne

Una mostra ci immortala

Al museo etnografico di Galbiate si apre domenica “Arrampicare ieri e oggi”. Immagini e attrezzi dell’alpinismo lecchese. «Memoria da salvare»

GALBIATE

Eppur qualcosa si muove. Da anni nel Lecchese da tutte le parti arrivano richieste su quando si potrà finalmente vedere il famoso museo della montagna. Ora finalmente si fa qualche passo in avanti in questo senso.

Domenica alle 15 al Museo Etnografico dell’Alta Brianza (Meab) di Galbiate si inaugura la mostra “Arrampicare ieri e oggi. Gesti, materiali, storie di alpinisti lecchesi” promossa dal Meab e da Acal (Associazione culturale alpinistica lecchese) che rimarrà aperta fino al 23 novembre.

All’interno della mostra i visitatori potranno ripercorrere la storia dell’arrampicata sulle montagne lecchesi degli ultimi 100 anni. I pionieri, i grandi salitori, ma anche le centinaia di praticanti che hanno scalato montagne e falesie sopra le nostre teste. Tra le peculiarità dell’esposizione immagini, ma soprattutto materiali usati in parete nel corso di un secolo. «Il maggio scorso abbiamo allestito alla Torre Viscontea di Lecco la mostra su Casimiro Ferrari – dice Michele Cocchi presidente di Acal -, questa che stiamo per inaugurare a Galbiate è il secondo test per capire come risponde il pubblico a questo tipo di iniziative. È stato fatto un ottimo lavoro, ringrazio il Cai Lecco per l’enorme materiale che ci ha messo a disposizione».

Ruggero Meles, Alberto Benini e Pietro Corti sono i curatori della mostra dedicata all’arrampicata lecchese. «Questa mostra vuole mantenere saldo l’attaccamento del nostro territorio con l’alpinismo – spiega Benini -, un legame che forse negli ultimi anni si è un po’ sfaldato. La dedichiamo a Giovanni Ratti, tra i fondatori dei Ragni della Grignetta che ha appena compiuto 90 anni. Grazie alla sua incredibile memoria storica abbiamo scoperto dettagli inediti».

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