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Martedì 18 Marzo 2008
Nuove pensioni:
decollata quota 97
Ecco cosa è cambiato dal 2008 e quali sono le regole per poter lasciare il lavoro: tutti i requisiti da soddisfare
Le nuove pensioni, quelle che sono scattate dal primo gennaio 2008, ripartono con l’addio alla riforma Maroni, con l’abolizione cioè del cosiddetto scalone. Tutto il balletto era nato a luglio con l’obiettivo principe di eliminare quel passaggio di requisiti tutto in un solo anno secondo il quale a partire dal primo gennaio scorso, infatti, sarebbero stati necessari di colpo tre anni in più di lavoro per andare in pensione.Così il famoso protocollo di luglio – quello sul Welfare – aveva introdotto le novità poi divenute definitive e sottoscritte fra le parti sociali e il governo. Prima regola, quindi: da quest’anno, prima regola, si va in pensione di anzianità senza un criterio d’età ma con almeno 40 anni di contribuzione: questo è un criterio rimasto confermato. Per gli altri, invece, da lavoratori dipendenti si va in pensione a 58 anni di età e 35 di contributi invece dei 60 che sarebbero stati previsti se fosse entrata in vigore la legge Maroni. Negli anni successivi l’età media aumenterà progressivamente, fino ad arrivare nel 2013 a «quota 97» tra età e contributi con età minima a 61 anni: vale a dire 61 anni di eta e 36 di contributi pensionistici versati; oppure 62 anni di età e 35 anni di contributi. Rimangono anche le maggiori protezioni previste per i lavoratori più giovani, con l’obiettivo di avere trattamenti pensionistici non inferiori al 60% dell’ultima retribuzione.I pensionati oltre i 64 anni e con redditi non superiori a 8.504 euro annui hanno diritto ad un’erogazione supplementare la cui entità è legata agli anni di contributi versati. Le pensioni variabili da tre a cinque volte il minimo (fino a 2.180 euro al mese) vengono indicizzate al 100% rispetto all’inflazione (prima era il 90%). Il nuovo welfare prevede anche la definizione di nuovi coefficienti (rivisti al ribasso, ma ancora non applicati) che si applicheranno dal 2010 e poi si rivedranno ogni tre anni. Attenzione però: nella riforma è rimasto anche l’aumento dei contributi per i lavoratori parasubordinati.Dall’altra il governo ha anche confermato il rafforzamento dell’indennità di disoccupazione, che sarà portata al 60% della retribuzione per i primi sei mesi, al 50% dal settimo all’ottavo mese e al 40% per i mesi successivi. Ma le novità per il mondo del lavoro non finiscono qui. L’approvazione del protocollo welfare ha introdotto anche una diversa regolamentazione dei contratti a tempo determinato, alla fine è saltato il tetto degli otto mesi per la proroga ai contratti a termine, resta l’innovazione che limita il ricorso a queste forme di impiego: dopo un totale di 36 mesi i contratti a termine potranno essere temporaneamente rinnovati, solo per una volta e solo per un periodo di tempo massimo che nei prossimi mesi decideranno, insieme, tramite avviso comune, sindacati e imprese.Come era stato deciso a luglio, il lavoratore interessato da un nuovo contratto a tempo determinato oltre i 36 mesi limite, dovrà recarsi presso la Direzione provinciale del lavoro competente per territorio con l’assistenza di un rappresentante sindacale. Se questo non avviene, allora il nuovo contratto a tempo sarà invece considerato indeterminato. Viene tenuta la novità decisa in commissione, che ha deciso di abolire del tutto il cosiddetto job on call, il lavoro a chiamata, anche se una deroga ha permesso ai settori del turismo e dello spettacolo di farvi ricorso. Stessa sorta anche per lo staff leasing. Altre novità sui limiti all’apprendistato, Resta il finanziamento di 10 milioni, tra il 2008 e il 2009 per la formazione professionale. Il governo ha reintrodotto il tetto delle 80 notti lavorate per farsi riconoscere lo status di lavoratore usurato, che permette di andare in pensione in anticipo rispetto ai nuovi requisiti. Dall’altra con una delega, verrà definito nei dettagli quale sarà la platea dei lavoratori che rientreranno tra gli usuranti. Ritorna e viene confermata l’abolizione della contribuzione aggiuntiva sulle ore di lavoro straordinario introdotta dalla Finanziaria ’96.
Simone Casiraghi
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