Si chiude l’edizione 2025 del BriUp Festival: la mediocrità come forma di resistenza

Un successo la quarta edizione del BriUp Festival, andato in scena nella suggestiva cornice del Monastero della Misericordia di Missaglia, il 27,28 e 29 giugno

Missaglia

La mediocrità come punto di partenza creativo, come risposta, poetica, alla retorica dell’eccellenza a ogni costo. Questo il nodo concettuale dal quale ha preso forma la quarta edizione del BriUp Festival, appena conclusa, nella suggestiva cornice del Monastero della Misericordia di Missaglia, divenuto, per un weekend, centro pulsante di riflessione e ispirazione collettiva, grazie a un programma ricco che ha intrecciato musica, arte e performance.

«Quest’anno abbiamo cercato di raccontare la cultura e l’arte con un altro taglio, verso quella sperimentazione a cui spesso non siamo abituati» ha spiegato Aziz Sawadogo, uno dei 30 organizzatori del festival, supportati poi da una squadra di 70 volontari per i tre giorni. «La risposta del pubblico è stata sorprendente, emozionante: abbiamo vissuto abbracci, canti collettivi, momenti di autentica condivisione. E tutto questo, gratuitamente, nella bellezza del Monastero».

Tre serate partecipatissime, con migliaia di persone che hanno animato gli spazi del festival, ognuna costruita attorno a un elemento simbolico: Terra, Sole e Aria/Luna. Venerdì la scena è stata tutta per la dimensione più fisica e terrestre con Mesosauna, Planet Opal e Mont Baud. Sabato, a dominare la serata è stata la luce della sperimentazione sonora e visiva, con Yusbowi, Fusaifusa, Bantukemistry. Domenica, infine, le sonorità più eteree di Marco Bordini, Vanarin e Mombao hanno chiuso la rassegna sotto il segno della luna. Un festival che ogni anno rinnova i contenuti e il modo di raccontare il territorio, facendo emergere voci nuove e valorizzando linguaggi emergenti. Come dichiarato dalla direzione artistica: «In un mondo che premia l’individualità sopra ogni altra cosa, la mediocrità - provinciale - diventa una forma di resistenza, una possibilità di preservare una propria autenticità lontano dai riflettori del consumismo globale e dalle pressioni di una società competitiva».

Non solo musica, tanti gli artisti in scena alla ricerca di uno “sguardo nuovo”: ad arricchire il programma, le performance di teatro-danza hanno riscosso grande successo, a partire da “Pode Ser” della coreografa Leila Ka, fino a “The Tube” di Alessandra Marino e Giulia Corselli. In calendario anche i talk e le mostre curate dal Collettivo Mandra: “Lotio Carnea” di Camilla Dalmazio e “Domenica”, collettiva firmata da Martino Santori, Thomas Bentivoglio, Valentina Lorenzi e Peng Shuai Paolo.

Un progetto culturale ad alta intensità partecipativa, capace di coinvolgere target giovani (tra i 25 e i 30 anni) ma anche un pubblico più adulto, grazie a una proposta trasversale e accessibile. Con un occhio anche all’ecologia, complice la collaborazione con Silea e l’uso di bicchieri riutilizzabili, oltre che a una cucina sostenibile a km zero e alla birra artigianale “BeerUp”. «BriUp vuole essere un modo per creare stimoli culturali, qui in Brianza, senza costringere i giovani a cercarli altrove» dichiarano ancora gli organizzatori. «L’obiettivo è continuare, proporre anche eventi fuori festival, valorizzando sempre di più il nostro territorio come luogo di bellezza e possibilità».

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