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Domenica 12 Maggio 2013
Sondrio al voto: i Retici
puntano alla maggioranza
Aspettative alte per il movimento fondato negli anni novanta dal senatore Eugenio Tarabini che in questa tornata - la terza consecutiva a palazzo Pretorio - se la gioca con Giuseppe Tarabini, avvocato alla prima volta da candidato sindaco ma con un'esperienza amministrativa come consigliere comunale di maggioranza dal 2003 al 2007 sotto la giunta Bianchini
Aspettative alte per il movimento fondato negli anni novanta dal senatore Eugenio Tarabini che in questa tornata - la terza consecutiva a palazzo Pretorio - se la gioca con Giuseppe Tarabini, avvocato alla prima volta da candidato sindaco ma con un'esperienza amministrativa come consigliere comunale di maggioranza dal 2003 al 2007 sotto la giunta Bianchini.
A caratterizzare la presentazione ufficiale dei candidati - insieme all'aspirante primo cittadino anche alcuni dei trentadue in lista - giovedì sera ai Campelli di Albosaggia è stato lo slogan scelto per la campagna elettorale: "Per voi".
«Un motto - ha spiegato Tarabini - che sta ad indicare lo spirito di servizio con il quale ciascuno di noi si appresta a governare la città. Un servizio rivolto soprattutto a quelli che hanno più bisogno». E di bisogni in crescita il candidato ne ha individuati tanti: dalle nuove povertà ai giovani che non trovano occupazione fino agli imprenditori costretti a chiudere le loro attività.
Oltre ai bisogni emergenti dei cittadini ci sono quelli legati alla città. «Senza la Provincia - spiega Tarabini in riferimento alla volontà governativa di cancellare gli enti - il ruolo del capoluogo diventa ancora più importante. Chiunque diventerà sindaco di Sondrio dovrà battersi per ottenere ciò che è giusto che abbia in quanto fornitrice di servizi anche per altri». Una sorta di riequilibro nella prospettiva di ottenere maggiori competenze. «Ciò che adesso va a Bim e Provincia domani dovrà andare al capoluogo».
E poi c'è tutta la partita dell'Expo 2015: «Le nostre eccellenze - ancora il candidato - devono essere valorizzate e fatte conoscere. Dopo l'esperienza dell'amministrazione Bianchini è stato trascurato il ruolo di Sondrio città alpina, ebbene riteniamo che quel ruolo con tutto ciò che esso comporta in fatto di rivitalizzazione dell'ambiente rurale, dei terrazzamenti, debba essere rilanciato».
Parola chiave del progetto dei Popolari retici è ovviamente l'autonomia, intesa innanzitutto come possibilità di scegliere al di là degli schieramenti politici e, soprattutto, partitici, come lavorare sulla città.
Un punto sul quale il movimento insiste molto dopo la delusione della chiusura anzitempo dell'esperienza amministrativa Bianchini - della quale erano parte attiva - causata dall'ingerenza delle segreterie di partito. «Sappiamo che correre da soli è penalizzante - sottolinea Sandro Fiorelli -, ma non è stato possibile trovare le condizioni per un accordo diverso e crediamo che il nostro ruolo debba essere svolto in autonomia».
Anche perché - ed è lo stesso Tarabini a ricordarlo - gli altri protagonisti "civici" non hanno voluto seguire l'appello ad un lavoro unitario, ma indipendente dai partiti: «Avrebbe portato ad una coalizione diversa» dice Tarabini. Le aspettative, come anticipato, sono alte: i Retici voglio diventare partito di maggioranza relativa in città per riprendere il mano quel filo interrotto proprio nel 2007. «Riconosciamo il lavoro svolto dalle amministrazioni che si sono succedute - spiega Fiorelli -. A Molteni riconosciamo le capacità gestionali, ma in questi anni si è perso quello slancio verso il territorio, quello slancio progettuale che invece l'amministrazione Bianchini aveva saputo esercitare progettando, ad esempio, la riqualificazione delle piazze».
In lista facce vecchie e nuove della politica cittadina: a guidare il gruppo c'è Dario Benetti, a chiuderlo Francesco Violante che, battagliero più che mai, ha deciso di ricandidarsi per il bene della sua gente alla Piastra. «Me l'hanno chiesto in tanti, non potevo deluderli».
Tra loro due ex assessori della giunta Bianchini: Nicola Perregrini e Diego Scarì, ma anche ragazzi giovani che si affacciano per la prima volta sulla ribalta amministrativa. Ed è il capolista Benetti a farsi portavoce della necessità di ancorare l'attività amministrativa al territorio - «quello più ampio della Rezia» dice -, battendo sulla strada dell'identità. Identità che deve andare di pari passo con la visione strategica per lo sviluppo del capoluogo «che - sostiene Benetti - finora è mancata. Non c'è alcuna direzione di sviluppo e tutto ciò graverà su chi sarà chiamato a governare Sondrio».
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