"Turismo, è l'ora dell'unione
e di valorizzare le competenze"

È un giudizio di promozione a tutto tondo dell'operato di Mario Cotelli alla guida della Dmo, la società pubblica del turismo, quella che giunge da Milano, dal vertice di Anef Lombardia, l'associazione nazionale degli esercenti gli impianti a fune

Sondrio - È un giudizio di promozione a tutto tondo dell'operato di Mario Cotelli alla guida della Dmo, la società pubblica del turismo, quella che giunge da Milano, dal vertice di Anef Lombardia, l'associazione nazionale degli esercenti gli impianti a fune.

Per Arnaldo Soncelli, presidente del sodalizio lombardo oltre che vicepresidente della società impianti Sita e ad della società impianti Siba Magnolta, entrambe di Aprica, «Mario è una persona da riconfermare nel suo incarico, con tante scuse». E presa carta e penna, Soncelli, ha scritto una lettera per sollecitare semmai di individuare un braccio operativo che lo supporti «perché - riferendosi a Cotelli - stiamo parlando di un esperto del settore, spesso avanti dieci anni rispetto alla visione di molti altri del settore. Basti dire che, già vent'anni fa aveva proposto percorsi che si sono rivelati corretti».

L'esempio è subito fatto: «Quando cioé non faceva che ripetere che bisognava finirla con la politica delle seconde case e puntare sull'aumento dei posti letto alberghieri. Ecco, il tempo gli ha dato ragione».

Soncelli ribadisce il concetto rifacendosi alla situazione di oggi. E cioé quando Cotelli «insiste nel dire che non si può continuare a praticare politiche di svendita del prodotto turistico, compresi i prezzi degli alloggi e degli skipass, e mi ci metto anch'io come responsabile delle società aprichesi. Ebbene, ha ragione Cotelli. È inutile prendersela. Cotelli andrebbe ascoltato e, soprattutto, seguito. Sempre che si sia interessati ad arrivare, prima che a stare, sui mercati, diversamente si va avanti con la solita guerra fra poveri...».

Non si può dire che non si sia fatto un'idea, Soncelli, pur lavorando a Milano del "terremoto Cotelli". «Ci tengo. Ho un vincolo affettivo e vere e proprie radici in valle, dato che la mamma era di Sondrio e la nonna della Valmalenco - dice - e, Cotelli l'ho conosciuto nei primi anni Sessanta. Sciavo con lui a Caspoggio quando, lì, era maestro di sci. E mi piace molto vedere la mia terra, con tante potenzialità anche nel turismo, così trascurata. Incapace di valorizzare, veramente, le molte competenze, magari, solo per questioni personali, per piccole invidie e gelosie, campanilismi».

Occorre cercare di stare uniti, non dividersi sulle strategie, è l'appello finale del presidente Anef.

Anche perché, la Valle, è la sua constatazione, ha la fortuna di avere località sciistiche tutte con target diversi. «Ma lo sforzo richiesto è restare compatti, quando ci si promuove, tutti usino il marchio Valtellina, non c'è altra strada. Mi viene in mente la recente campagna pubblicitaria su Mediaset lanciata dal Bim: meglio lanciarsi che star lì a subire la concorrenza mediatica di altri. Ma dico: più condivisione non guasterebbe».

Per Soncelli, comunque, l'essenziale è non perdere il treno. «Per la prima volta in tanti anni la valle si è data una mossa, in ambito turistico, con la Dmo. Ebbene, occorre andare avanti secondo la ricetta Cotelli, non c'è altra strada. Con un occhio di riguardo - rilancia - anche al completamento della nuova 38, perchè una viabilità a scorrimento veloce sarebbe la panacea per il turismo».

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