Viaggio nei cantieri:
la sicurezza non esiste

Lavoratori senza casco che camminano sui tetti a dieci metri di altezza senza alcuna imbragatura: ecco che cosa abbiamo scoperto nel mondo dell'edilizia lecchese

LECCO - La sicurezza nei cantieri edili della nostra provincia è un optional. E mentre sui giornali e nei palazzi della politica si riempiono intere pagine di norme e prescrizioni non bisogna fare tanta strada per scoprire che i muratori, tutti intenti a costruire edifici pubblici e private, non sanno neanche dove stia di casa la sicurezza.
Colpa dei lavoratori che se ne fregano delle norme, considerate solo un inutile impiccio al tranquillo tran tran dell’opera sul cantiere, o colpa dei datori di lavoro che ritengono oneroso investire nella sicurezza? La Provincia di Lecco lo ha sperimentato di persona con un viaggio nei cantieri, scelti a caso. Le fotografie sono esplicite: operai intenti a pulire, sistemare, stendere il materiale isolante su un tetto, e nessuno di loro ha un caschetto di sicurezza, una protezione, una corda di sicurezza. Se ne stanno in jeans e maglietta, con le scarpe da tennis. Per non parlare delle gru che spostano travi in ferro proprio sopra due lavoratori senza casco protettivo.   
Un quadro davvero drammatico. I dati parlano chiaro, e sono la conferma che i cantieri irregolari sono ovunque: nel 2007 in Lombardia si sono verificati, secondo i dati ancora provvisori dell’Inail, 154.280 incidenti e 209 morti bianche. E solo nei primi due mesi di quest’anno i morti sul lavoro sono stati 7. La provincia con il numero più alto di vittime nel 2007 è quella di Milano, con 50 morti, seguita da Bergamo (35), Brescia (34), Mantova (19), Cremona e Varese (18), Pavia (12), Como (11), Lecco e Lodi (5) e Sondrio (2).

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Eco di Bergamo NEI CANTIERI LECCHESI