Manca la sicurezza, gare di downhill sospese a Madesimo

Il dibattito Dopo lo stop alle gare per mancanza di mezzi di soccorso interviene il Consorzio turistico. Per il presidente «è risultata evidente la condizione di marginalità del territorio: gli ospedali sono troppo lontani»

Madesimo

«La scelta di mettere al primo posto la sicurezza è stata saggia e la responsabilità della sospensione del Campionato nazionale di Downhill domenica scorsa non è certo degli organizzatori. Però, sul tema, è arrivato il momento di aprire una riflessione».

Sui social qualche polemica c’è, tanto che l’organizzazione che fa capo alla Federazione ciclistica italiana è intervenuta per chiarire l’accaduto. Domenica la due-giorni di Madesimo non è stata interrotta per le cattive condizioni meteorologiche, che sicuramente sono state un fattore aggiuntivo rispetto alla decisione finale, ma perché secondo i rimanenti partecipanti non c’erano più le condizioni di sicurezza in caso di incidente.

L’intervento

L’occasione viene colta dal presidente del Consorzio turistico di Madesimo, Roberto Milanesi, per cercare di aprire il dibattito.

«Spiace aver perso una giornata, ma la sicurezza viene prima di tutto. Piuttosto è risultata evidente la condizione di marginalità del territorio valchiavennasco e della Vallespluga in particolare, soprattutto in un momento di alta stagione e in coincidenza con un evento importante».

La gara

E nel prossimo fine settimana ce n’è un altro, visto che si terrà il Vertical all’Alpe Emet.

La manifestazione aveva a disposizione due ambulanze, due medici di gara e squadre di soccorso, oltre a un ambulatorio per il controllo antidoping.

Domenica gli infortunati sono stati due e, quando è stato comunicato che il 118 non era in grado di inviare un mezzo sostitutivo per le troppe emergenze sul territorio, la decisione è stata logica e in linea con i protocolli e i piani di sicurezza.

«La verità è che, salvo rarissimi casi, le persone infortunate non vengono portate a Chiavenna – spiega Milanesi – e l’ospedale più vicino è quello di Gravedona, oltre due ore di strada per andata e ritorno. Ancora più lontane sono Sondrio, Sondalo e Lecco».

Tempi lunghi normalmente, «figuriamoci con le code dell’alta stagione. Personalmente, ma credo di rappresentare l’opinione di tanti, credo, senza intento polemico, che gli enti preposti debbano fare una valutazione attenta in questo senso, perché un territorio geograficamente marginale non può essere così penalizzato».

Il ragionamento

Sul posto sono rimasti i medici e le squadre di soccorso. Non le ambulanze, impegnate nei trasporti a Sondalo e Sondrio.

Un ragionamento che vale anche senza manifestazioni, anche se in quel caso, se dovesse succedere qualcosa di grave, e non è il caso degli infortuni occorsi ai biker domenica, potrebbe intervenire direttamente l’elicottero.

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