Lecco già al lavoro, Valente: «Voglio un gruppo unito, sicuro di riuscirci»

I blucelesti mostrano una rosa già operativa. Il tecnico Valente soddisfatto: «Una buona partenza, i nuovi conoscono il mio metodo». Scelte mirate e un obiettivo chiaro: costruire un gruppo compatto, dentro e fuori dal campo

Lecco

Normalmente il 17 di luglio pochissime rose di serie C possono già lavorare su un “gruppo-squadra”. E ieri, con il primo allenamento a porte aperte, una serie di esercizi fisici con e senza pallone di un’ora e mezza, il Lecco ha dimostrato di “esserci”. Ovvero di avere una rosa già operativa. E mister Federico Valente di questo è contentissimo. Può lavorare con ritmo e già potendo parlare a tutti di concetti di gioco.

«I ragazzi si stanno impegnando dal primo secondo, dunque si divertono anche perché alla fine questo è il calcio – dichiara – Abbiamo tante lingue nel gruppo, tanti stranieri, tante esperienze e a lungo andare questo può essere un “plus”. Il calcio è internazionale, oggi come oggi, e poi i ragazzi si capiscono subito perchè parlano la stessa lingua, quella del calcio. I nuovi arrivati sanno quello che voglio io, conoscono il mio metodo, sanno quello che richiedo. Poi della costruzione del gruppo siamo responsabili noi tutti, dal direttore, a tutta la squadra, a noi come staff». Ma alla fine, spetta ai giocatori imparare a conoscersi e creare sintonia tra loro: «Proprio così – aggiunge Valente - perché solo se tu adesso fai gruppo velocemente lavori al meglio. E per questo si fa il ritiro. Andiamo in montagna, sicuramente andiamo in campo, però tanto lavoro lo faremo anche fuori dal campo per conoscerci. Ma non solo gli stranieri, anche i giovani, quelli della Primavera, perché se tu guardi all’inizio dell’allenamento ci sono tre gruppi, quelli dell’estero, gli italiani e quelli giovani. Alla fine del ritiro vorrei che fosse un gruppo unito e sono sicuro di riuscirci».

Certo è che le scommesse non mancano. Tanti tifosi non hanno mai sentito parlare, almeno in Italia, di Furrer, Alaoui, Lovisa, Pellegrino... Insomma, Valente si assume il rischio di dover dimostrare qualcosa. «Queste scelte le ho fatto insieme al direttore (Minadeo, n.d.r.) e perché c’è una convinzione. Non ci siamo messi lì a parlare solo dei nomi, a dire “ma questo mi piace, questo è libero, questo no”. I colloqui sono iniziati già a marzo, a febbraio con Furrer perché lo conoscevo da anni. Alaoui ci ho giocato contro (quando allenava il Friburgo n.d.r.), e anche lui l’ho seguito da tanti anni ormai, Pellegrino l’ho allenato, l’ho visto e l’ho allenato, dunque sono, per me non scommesse, per me sono punti di valore, nel senso che conoscono il mio metodo, conoscono il mio lavoro. Chiaro che da fuori possono esserci dei punti di domanda, però, sono sicuro che quando si vede un allenamento come quello di oggi (ieri per chi legge, n.d.r.), esagero forse un po’, si vede che, senza parlare male dell’anno scorso, siamo partiti da un punto più alto di quello a cui eravamo arrivati alla fine della stagione scorsa».

Pochi gli over 30. «Niente contro di loro – spiega il tecnico del Lecco - C’è bisogno della loro esperienza in campo, però il calcio di oggi se non hai gamba, per il mio metodo, per come voglio giocare io, è difficile se sei “over 30”. Dunque ho fatto questa scelta, ragazzi che hanno coraggio, voglia di andare in campo e di esprimersi al massimo».

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