Bracchi: «Zaytsev il mio mito, ma Egonu e Sylla sono mostri sacri»

Intervista con la fortissima opposto dell’OroCash Picco Lecco. «I miei 34 punti contro Montale la conseguenza di un’adrenalina pazzesca».

È sempre più nel nome di Martina Bracchi la corsa verso la poule promozione dell’OroCash Picco Lecco. Nell’ultima giornata di campionato, che ha visto il successo delle biancorosse per 3-1 contro l’Emilbronzo 2000 Montale, la giovane opposto classe 2002 da Piacenza ha firmato la sua migliore performance stagionale a livello di punti a quota 34.

Nella speciale classifica delle migliori marcatrici dei due gironi di Serie A2 il talento biancorosso occupa al momento la posizione numero 13 con 236 punti totali all’attivo.

Bracchi, giornata dopo giornata sta sempre più diventando la stella di questa nuova Picco. Come ci si sente a mettere a segno 34 punti in un match?

Penso alla squadra prima di tutto. Contro il Montale siamo partite molto bene, poi nel secondo set loro ci hanno sorpreso. In quel momento è iniziata la vera partita per entrambe le formazioni. Non cadeva più la palla, noi e loro abbiamo dato il massimo senza mollare di un centimetro. Ecco lì ho svoltato anche a livello personale.

In che senso?

Nel senso che quando si è alzato il ritmo del match in quel modo, ho sentito un’adrenalina pazzesca e ci ho messo tantissima grinta per portare a casa la vittoria. I 34 punti sono una conseguenza.

Si aspettava una crescita così esponenziale della squadra?

A dire il vero preferisco sorprendermi, quindi non mi faccio mai grosse aspettative. Sapevo che la società stava costruendo una squadra che poteva dire la sua in Serie A2. Il gruppo è molto unito, più andiamo avanti e più sento che diventiamo una cosa sola. C’è grande comunione di intenti, remiamo tutte dalla stessa parte.

Quanto è importante per lei lavorare con coach Gianfranco Milano?

Importantissimo, da quando sono a Lecco mi ha fatto crescere davvero tanto, dandomi grande fiducia e insegnandomi moltissimo. L’anno scorso ha creduto in me e mi ha fatto debuttare in B1, in questa stagione mi ha lanciato in A2. È un privilegio lavorare con un tecnico di tale caratura, perché posso imparare giorno dopo giorno sia a livello di gioco che di esperienza. Il fatto che mi abbia indirizzato su due ruoli, opposto e banda, mi permette di essere più versatile in campo.

Si è già fatta viva qualche società più blasonata per il futuro?

Mi trovo benissimo a Lecco. Amo la città e la società è di alto livello. Ho sentito che ci sono delle voci sul mio conto e che qualcuno mi ha cercato, ma non voglio sapere nulla a riguardo. Ho in mente solo di arrivare alla fine della stagione e di raggiungere il miglior risultato possibile per la Picco.

Siete a una lunghezza dalla salvezza matematica e con una partita da recuperare. Quanto ci crede al sesto posto?

Credo che sia un obiettivo alla nostra portata. Sì, la gara da recuperare è contro una squadra di vertice come la Millenium Brescia, ma abbiamo già dimostrato contro l’Itas Trento che noi siamo una squadra che può giocarsela contro tutti. Abbiamo messo in difficoltà formazioni più forti di noi sulla carta.

Dal minivolley nella sua Piacenza alla serie A2 a Lecco. Dove vuole arrivare?

Ho iniziato nella mia città, prima nel San Paolo e poi al San Giorgio fino all’Under 16. Poi sono passata al Sassuolo e ho fatto l’Under 18 al Certosa. L’anno scorso il passaggio alla Picco. Sono figlia unica e sono uscita di casa presto per giocare a pallavolo. Sono cresciuta con il mito Ivan Zaytsev, come tanti giovani della mia generazione. Il mio sogno? Giocare con e contro i più forti.

Ci faccia qualche nome, a chi si ispira?

Restando nel mio ruolo, mi piace ammirare le giocate di mostri sacri del calibro di Paola Egonu e Miriam Sylla. Spero di crescere ancora per arrivare a giocare su palcoscenici sempre più importanti.

Cosa le manca per fare un ulteriore salto di qualità?

Tutto... Non mi sento per nulla arrivata, anzi. Sono una perfezionista e credo che si debba sempre migliorare nella vita e nello sport.

Lei è anche iscritta all’università, corretto?

Sì, sono al primo anno di Design Industriale all’Università Telematica San Raffaele. Oggi come oggi, però, tra studio e pallavolo punto sulla seconda. Porto avanti le due cose, ma adesso voglio arrivare il più in alto possibile con il volley, poi si vedrà.

Punti di riferimento nella Picco attuale?

Tutte le mie compagne hanno qualcosa da trasmettermi. Cerco di imparare da tutte, sia dalle ragazze con più esperienza come Serena Zingaro, Arianna Lancini e Rebecca Rimoldi, sia dalle più giovani.

Quanto è importante per lei il lavoro quotidiano in palestra?

È fondamentale. Quest’anno facciamo degli allenamenti molto più intensi, si lavora di più sulla preparazione delle partite e sul gioco. Quando arriviamo a metà settimana e siamo più vicine alla partita, si percepisce proprio che è il momento di schiacciare sull’acceleratore e di alzare l’asticella. In quell’istante capisco che devo dare il massimo.

Quanto conta il calore dei tifosi biancorossi?

Quest’anno l’atmosfera al palazzetto è veramente infuocata. L’atmosfera sugli spalti è esaltante. Per me è uno stimolo in più a livello di adrenalina e di carica, quando sono in campo mi faccio trascinare dalla passione dei nostri tifosi.

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