Miriam Sylla torna a Lecco. «All’inizio ero imbranata, poi ho toccato il cielo con un dito»

La campionessa di pallavolo ha parlato all’auditorium della casa dell’economia, per l’appuntamento organizzato da Comunità Nuova con il Comune di Lecco, per il progetto “Io tifo positivo”

Lecco

Ai ragazzi e alle ragazze ha detto di impegnarsi a scuola e nello sport, di rispettare i propri sogni e quelli degli altri. A Olginate, Valgreghentino e alla città di Lecco ha promesso: «Tornerò».

La campionessa olimpionica Miriam Sylla ha aperto il libro dei ricordi e il suo cuore agli studenti delle scuole Nava, Stoppani e Ticozzi di Lecco. Ha parlato di quando con i genitori dormiva per terra perché la famiglia non poteva comprarsi un letto fino ad arrivare alle Olimpiadi di Parigi 2024 dove con le compagne della nazionale, ha regalato all’Italia la prima medaglia d’oro del volley femminile.

È stata una giornata di vera crescita per tutti, come l’ha definita il sindaco, Mauro Gattinoni prima di consegnarle una targa della città di Lecco, la mattinata che Miriam Sylla ha trascorso mercoledì all’Auditorium della casa dell’economia e di Lecco, messa a disposizione dalla Camera di commercio per l’importante appuntamento organizzato da Comunità Nuova con il comune di Lecco, per il progetto “Io tifo positivo”. Un progetto che da anni promuove tra i giovanissimi, i valori sani dello sport, del rispetto reciproco e del tifo . Un tema tristemente attuale.

Quale esempio positivo di sport e rispetto, è stata invitata proprio Miriam Fatime Sylla, che come ha sottolineato l’assessore allo Sport Emanuele Torri: «È un esempio di atleta cresciuto sul territorio con origine sana e sani valori portati avanti comunque nelle vittorie come nelle sconfitte. Questa è un’occasione importante per i nostri ragazzi, per cui non possiamo che ringraziare quanti hanno reso possibile tutto questo».

Per Sylla, accoglienza da vera star: con striscioni, cori e grandi sorrisi. E lei, la fortissima schiacciatrice della Numia Vero Volley Milano e della nazionale è stata a disposizione con simpatia per rispondere anche alle domande preparate dei ragazzi, poi per selfie e autografi. A condurre l’incontro è stata chiamata la giornalista della Gazzetta dello Sport Chiara Soldi,era presente anche Matteo Bruschera project leader di Comunità Nuova che ha elogiato quanti credono nel progetto “Io tifo positivo” e il sindaco Gattinoni ha portato i saluti anche dei sindaci di Olginate e Valgreghentino, Marco Passoni e Matteo Colombo.

Sylla ha così raccontato: «Da bambina volevo giocare a calcio e fare danza, ho iniziato a giocare a pallavolo per caso e non è stato amore a prima vista. All’inizio ero pure molto imbranata e non sapevano che ruolo darmi. Ma ci ho creduto, mi sono impegnata è diventata una passione. Sono felice perché faccio quello che amo e quando alle Olimpiadi di Parigi abbiamo vinto la medaglia d’oro, mi è sembrato di toccare il cielo con un dito. Era il mio sogno. Ho un ricordo vivissimo e perfetto di quel giorno nella mia testa e per questo non voglio guardare i video, non lo voglio rovinare».

E ha raccontando proprio degli inizi ha ricordato: «Ho iniziato nel Grenta Volley e ricordo che la società ha aiutato molto me e la mia famiglia facendo di tutto per farmi sempre sentire parte del gruppo. Il mio grazie va anche alla Polisportiva Olginate che ha fatto molto, e di quegli anni ricordo con grande affetto il compianto Virgilio Bonacina e sua moglie Cinzia Brambilla che mi hanno portata poi a giocare in una squadra più grande». Anche se è andata fuori casa presto, Miriam ha mantenuto un forte legame con la famiglia: «I miei volevano che prima di tutto mi diplomassi e se non studiavo, non potevo giocare a pallavolo. È stata dura ma avevano ragione loro e così ho fatto. A voi ragazzi voglio dire questo, magari adesso vi suonerà noioso, ma è importante impegnarsi in tutto quello che si fa. Come è importante voler bene a mamma e papà, perché non ci saranno per sempre».

Incalzata dagli studenti ha parlato di quanto i fischi e le critiche la ferissero inizialmente a quanto sia normale avere paura, provare ansia nel campo come fuori. «A volte ho talmente tanta paura, da tremare, ma bisogna imparare a gestire queste emozioni e anche chiedendo aiuto». Infine ha detto: «Tre consigli per i ragazzi? Rispettate gli altri e i loro sogni, alimentate i vostri, anche se non sempre sarà possibile realizzarli e per ultimo, ricordatevi che siete speciali e unici».

© RIPRODUZIONE RISERVATA