
Saliou Niang scelto al draft NBA: da Mandello al sogno americano, con la famiglia accanto
A soli 14 anni ha lasciato casa per inseguire il sogno della pallacanestro, sostenuto dalla sua famiglia, giunta dal Senegal nel 2005. «Saliou se lo merita, ha sempre voluto questo», racconta la mamma Fatou

Mandello del Lario
«Saliou se lo merita, lui è proprio un ragazzo semplice, ha sempre voluto fare questo sport, fin da piccolino». La voce di mamma Fatou è tranquilla, gentile. L’affetto per quel figlio troppo presto diventato uomo traspare anche a un telefono di distanza. Saliou Niang ce l’ha fatta, due giorni fa è stato scelto al draft NBA, un traguardo che solo dodici italiani prima di lui hanno ottenuto. Alle sue spalle c’è una famiglia solida, arrivata dal Senegal in cerca di fortuna e stabilitasi a Mandello del Lario nel lontano 2005. Padre, madre e quattro figli, tre maschi e una femmina. A Mandello i Niang li conoscono tutti per il loro talento sportivo ma è stato Saliou a dare alla famiglia nuove prospettive. Per farlo ha dovuto lasciare casa a quattordici anni, direzione Fortitudo Bologna.
«Lui fin da piccolino è sempre stato bravo, un bambino calmo che non ha mai dato problemi. Come mamma non è facile veder andar via un figlio a quell’età - ricorda la signora Fatou - però era una cosa che ha voluto lui. Noi siamo sempre stati al suo fianco, anche se era difficile non vedersi per uno o due mesi di fila. Quella però era la sua opportunità di fare carriera». Anche se è nato in Senegal - come tutti i suoi fratelli, tranne Cheichk - Saliou Niang è arrivato in Italia a meno di due anni e ha frequentato tutte le scuole da noi, partendo dalla materna. Tutti lo ricordano per il suo sorriso e la gentilezza. Un’altra persona che conosce bene Saliou è Ibrahim, il più grande dei suoi fratelli, e non solo in senso fisico, coi suoi 206 cm. Il fatto curioso è che non è stato lui a far scoprire la pallacanestro al fratellino, ma il contrario.
«Io l’ho portato a giocare a calcio - ricorda sorridendo - tutti noi fratelli abbiamo sempre giocato a calcio e Saliou era pure bravo, tanto che fece anche un provino per l’Atalanta. La pallacanestro in famiglia l’ha portata lui, iniziando col minibasket. Io fino a 19 anni ho giocato a calcio, il basket per me era il campetto. Poi ho iniziato seriamente e sono passato dal campetto alla serie C. Quando giocavo a Mandello Saliou veniva a vedermi e si gasava un sacco quando schiacciavo, sono sempre stato un giocatore d’energia». Anche il terzo dei fratelli Niang, il diciassettenne Cheichk, sta dimostrando grande talento, seguendo il sentiero tracciato da Saliou. Quest’anno ha vinto lo scudetto U17 con la formazione trentina e si appresta ad arrivare in prima squadra «Anche lui è molto forte, non lo dico da fratello, ma da cestista». Nella notte tra il 26 e il 27 giugno tutta la famiglia Niang era in attesa della bella notizia, anche se i presupposti c’erano tutti. «Io Saliou lo sentivo tutti i giorni e quindi un po’ mi aspettavo che sarebbe stato scelto - prosegue Ibra - quando non ha ritirato il suo nome dal draft sapevamo che avrebbe avuto buone possibilità. I miei genitori erano già più preoccupati. Mi è spiaciuto non poter vivere il momento lì, essendo senegalese l’arrivo di Trump per noi ha reso molto complicato entrare negli USA».
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