Berlusconi vs 'pifferai', fa volare colombe per dividere Fli

Berlusconi vs 'pifferai', fa volare colombe per dividere Fli Premier farà discorso apertura."Fiducia poi gestisco io partita"

Roma, 11 dic. (Apcom) - Sembra campagna elettorale, anche se (ancora) non lo è. Un appello ai Promotori, una salto al gazebo Pdl a due passi dal Duomo di Milano sebbene ragioni di sicurezza lo sconsigliassero, una nota ufficiale e, per non farsi mancare niente, anche un collegamento telefonico con il Congresso dell'Adc di Pionati a Napoli. Come fosse alla vigilia di un test elettorale il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si prepara al B-day in Parlamento senza lasciarsi scappare nessuna `tribuna'. Per garantire che avrà la fiducia perché saranno pochi gli "ingenui" che si faranno incantare dai "pifferai" del terzo polo. E per tornare ad accusare "sinistra e traditori" di puntare solo a farlo fuori per diventare "arbitri" nei giochini della "vecchia partitocrazia". Ovviamente ce n'è anche per i magistrati, rei, a suo dire, di aver aperto un'inchiesta su quella che per gli altri è una compravendita di parlamentari, ma per il Cavaliere è solo gente responsabile che "non volendo consegnare il Paese ad una crisi al buio" decide "di dare una mano alla maggioranza".Tradimento, nella variante `traditori', è il leit motiv di ogni intervento del premier di questi ultimi giorni. Berlusconi punta dritto a spaccare Fli, a far emergere le differenze tra falchi e colombe, tra chi è pronto martedì a fare pollice verso, e chi gli votererebbe la fiducia ma, racconta, è sotto pressioni e minacce. Niente di meglio dunque per il presidente del Consiglio della lettera promossa da Augello e Moffa che raccoglie le firme di 6 parlamentari di Fli e 10 Pdl e prova a riaprire i giochi tra Berlusconi e Fini mettendo da una parte del piatto della bilancia la trattativa per un nuova agenda economico-sociale, riforme istituzionali e legge elettorale, e dall'altra la rinuncia dei finiani al voto di sfiducia. Il Cavaliere benedice l'iniziativa e garantisce che dopo martedì è pronto a discutere delle riforme richieste e pure di modifiche al `porcellum', fatti salvi bipolarismo e premio di maggioranza.Il premier sa bene che l'iniziativa di Moffa e Augello per evitare il voto di sfiducia è lastricata di buone intenzioni ma destinata a naufragare. E le risposte che vengono fatte filtrare dalle stanze del presidente della Camera ("iniziativa tardiva e superata") non ne sono che la conferma. A breve termine, comunque, Berlusconi punta a uscire dal B-day con una posizione di forza: fiducioso di aver vinto la guerra del pallottoliere, il premier farà in Aula un discorso di apertura, appellandosi ai responsabili, anche con l'obiettivo di far emergere le contraddizioni tra `buoni'e `cattivi' di Fli.Ma come ammesso anche oggi "i numeri saranno inferiori e sarà più difficile governare". Per questo, incassata una maggioranza, anche se risicata, il premier - viene spiegato - si dirà pronto ad allargare le braccia per accogliere nel governo i moderati - leggi soprattutto Casini - magari con un rimpasto che a quel punto non richiederebbe il passaggio obbligato di sue dimissioni. Sempre secondo lo schema approntato a palazzo Grazioli, se il progetto allargamento andasse in porto si potrebbe arrivare almeno fino al 2012, in tempo per votare il nuovo Parlamento cui toccherà eleggere il presidente della Repubblica.D'altra parte, una volta completato il test fiducia, c'è da giurare che la Lega, da troppi giorni silente, tornerà a farsi sentire: non è un mistero che il Carroccio non gradisca un governo appeso a pochi voti e che sia l'unico partito in questo momento a voler realmente tornare alle urne. E se l'allargamento non andasse a buon fine, potrebbe essere proprio il Senatùr a prendere l'iniziativa per chiudere la partita.

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