M.O./ Abu Mazen: Con queste divergenze non torniamo ai negoziati

M.O./ Abu Mazen: Con queste divergenze non torniamo ai negoziati Non vogliamo deludere Obama ma in queste condizioni non partiamo

New York, 24 set. (Ap) - In questa fase, i palestinesi non possono tornare al tavolo dei negoziati a causa di "divergenze fondamentali" con Israele. Lo ha riferito il presidente dell'Anp Abu Mazen in un'intervista al quotidiano arabo con sede a Londra Al Hayat. Poche ore dopo il summit a tre di New York con il presidente americano Barack Obama e il premier israeliano Benjamin Netanyahu, Abu Mazen ha spiegato di voler evitare a ogni costo una crisi con la nuova amministrazione Usa, ma che al momento "non c'è terreno comune per discutere".Netanyahu, in particolare, non è disposto a cedere su due questioni-cardine: una divisione di Gerusalemme e il rientro dei profughi palestinesi. In questo senso, l'attuale premier ha ritirato gli impegni presi dal suo predecessore Olmert che aveva rassicurato nel merito Abu Mazen. Il leader dell'Anp aveva invece insistito perché le trattative partissero dove erano rimaste alla fine del mandato di Olmert, soprattutto alla luce dei progressi compiuti sul tema dei confini.Abu Mazen, che si trova a New York per i lavori dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha fatto capire che anche a rischio di allontanare Obama, non può tornare ai colloqui senza un'agenda chiara. "In tutta onestà, vogliamo proteggere le nostre relazioni con il presidente Obama a qualsiasi condizione" ha detto ad Al Hayat. "Non vogliamo arrivare a una crisi con gli americani, né crearne una. Ma al tempo stesso, non possiamo andare avanti a meno che ci sia un percorso chiaro. La strada dev'essere definita in modo che si possa capire dove stiamo andando" ha aggiunto.La richiesta di Obama per un rilancio dei negoziati in tempi brevi ha messo Abu Mazen in una posizione difficile. Il leader palestinese, infatti, era stato chiaro sulla sua ferma volontà di non riprendere i negoziati se Israele non avesse prima congelato la costruzione degli insediamenti in Cisgiordania e Gerusalemme est. Sul congelamento - fra i pilastri del piano di pace sostenuto dagli Stati Uniti - Netanyahu finora è stato freddo, offrendo come massima disponibilità quella di rallentare le costruzioni per qualche mese.Nel suo intervento davanti all'Assemblea generale, ieri, Obama ha dichiarato che gli Stati Uniti "non accettano la legittimità dei continui insediamenti israeliani" ma non si è spinto fino a chiedere pubblicamente il congelamento delle costruzioni. Se Abu Mazen tornasse ai negoziati in queste condizioni, perderebbe credibilità sul fronte interno dove è messo all'angolo dagli estremisti di Hamas che governano da due anni la striscia di Gaza e hanno già definito i colloqui di pace come una perdita di tempo e il leader dell'Anp come un fantoccio dell'Occidente.Nell'intervista Abu Mazen ha rimarcato che accetterebbe soltanto un congelamento totale. "Non possiamo accettare lo status quo - ha riferito - perché un'interruzione parziale significherebbe nei fatti il proseguimento degli insediamenti. Anche se fossero interrotti al 95% - ha proseguito - sarebbe ancora una continuazione". Nonostante le "divergenze fondamentali" sui termini del negoziato, comunque, il presidente dell'Anp ha assicurato che continuerà a discutere con gli israeliani sulle questioni quotidiane che riguardano i palestinesi, fra cui la sicurezza e l'economia. "Non rifiutiamo i principi del confronto e del dialogo" ha osservato.

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