Montezemolo vede Fini a Montecitorio: ma in politica non scendo

Montezemolo vede Fini a Montecitorio: ma in politica non scendo Biotestamento e cittadinanza, attivismo forte Presidente Camera

Roma, 23 set. (Apcom) - L'incontro è di quelli che può far scatenare le fantasie dei più agguerriti dietrologi ma dall'entourage del presidente della Camera, Gianfranco Fini, giurano che il colloquio - privatissimo - con il presidente della Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, avvenuto ieri mattina a Montecitorio aveva come unico scopo quello di discutere il merito del convegno organizzato dalla fondazione 'Italia futura' per il prossimo 7 ottobre. Insomma dietro non ci sarebbe nessun nuovo progetto partitico: "Il partito di Fini è il Popolo della Libertà", insistono i suoi uomini.E tuttavia, non sfugge l'attivismo - seppure all'interno del Pdl - del co-fondatore del partito soprattutto sui due temi su cui ha sfidato Silvio Berlusconi a partire dal congresso fondativo: l'immigrazione, il biotestamento. Temi su cui proprio oggi si sono registrati due momenti significativi. E' di oggi la presentazione, in una affollatissima conferenza stampa a Montecitorio, della proposta di legge del democratico Andrea Sarubbi e del 'finiano' Fabio Granata sulla cittadinanza. Proposta che corrisponde esattamente alla ricetta che ha in mente la terza carica dello Stato e che ha già raccolto il consenso di 50 deputati di tutti i gruppi, tranne la Lega. Nell'ambito dell'altra battaglia, quella sul testamento biologico, dopo aver 'benedetto' la lettera di venti deputati del Pdl al premier per uno stop al ddl Calabrò, oggi Fini ha ricevuto due associazioni che gli hanno illustrato le 'dichiarazioni anticipate di volontà' (Dat) firmate da tremila persone su iniziativa dei radicali.Battaglie non facili, che incontrano l'ostilità di grossi settori del Pdl, che certamente hanno bisogno di una ricerca dui consenso al di là del Pdl, ma che il presidente della Camera sembra voler combattere senza esclusione di colpi, senza muoversi tuttavia dal partito che ha contribuito a fondare. L'intervento a sorpresa al battesimo del grande centro di Pier Ferdinando Casini a Chianciano, l'incontro della scorsa settimana con Francesco Rutelli, quello di ieri con Montezemolo - proprio all'indomani di quello chiarificatore col premier - confermano l'attivismo di Fini che, nonostante la carica istituzionale ricoperta, non vuole stare certo a guardare. D'altronde lo aveva promesso anche a marzo quando, sciogliendo An, parlò del suo "progetto per l'Italia" di cui il Pdl deve essere lo strumento: "E' il momento di pensare in grande, di volare in alto, di fornire le risposte di cui la società italiana ha bisogno".Dal canto suo, Montezemolo continua a smentire una sua discesa in politica: "Continuo a dirlo, a smentire, ma evidentemente non basta, non so che altro devo fare. Io cerco di fare il mio lavoro", ha detto oggi a Firenze. "Io ho avuto moltissimo da questo Paese - ha spiegato il presidente della Fiat - amo questo Paese, molto, e sono convinto che ognuno di noi debba fare il proprio mestiere, e cercare di farlo bene: ma una classe dirigente in tutti i settori, se è chiusa e non dice una parola viene tacciata di egoismo, di non contribuire al bene comune; se fa qualcosa, pensa, propone, automaticamente è la partitocrazia, nemmeno la politica". Secondo l'ex numero uno di Confindustria "una classe dirigente che ha rispetto per qualunque governo deve contribuire con le proprie idee, il proprio lavoro, proposte su cui discutere senza confondere i ruoli". In questa direzione il presidente della Fiat inquadra pure il suo impegno con l'associazione Italia Futura che il 7 ottobre prossimo a chiamato proprio Fini, Enrico Letta e Andrea Riccardi a discutere sul tema: 'L'Italia è un paese bloccato. Muoviamoci".

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