Usa 2008/ M.O., Israele e arabi plaudono a nuovo presidente

Usa 2008/ M.O., Israele e arabi plaudono a nuovo presidente Ma Stato ebraico teme per dossier iraniano, arabi che cambi poco

Gerusalemme, 5 nov. (Apcom) - Un coro di congratulazioni haaccolto in Medio Oriente l'elezione del senatore democraticoBarack Obama a presidente degli Stati Uniti. Tuttavia, conmotivazioni diverse, in Israele, nei Territori palestinesi e neiPaesi arabi si guarda con attenzione ai riflessi che avra' nellaregione la svolta avvenuta negli Usa. Lo Stato ebraico, cheavrebbe preferito una vittoria del candidato repubblicano JohnMcCain, un aperto sostenitore di Israele, teme che la questionedel programma nucleare iraniano in cima all'agendadell'Amministrazione di George Bush, passi ora in secondo piano.Da parte loro i Paesi arabi, per bocca del segretario generaledella Lega araba, Amr Mousa, hanno espresso l'auspicio che ilpresidente eletto agisca in fretta e in qualita' di "mediatoreonesto" per risolvere il conflitto israelo-palestinese.L'America ha provato una volta di piu' di essere la democraziapiu' grande, e Obama ha dimostrato le sue qualita' di leader", hadichiarato il premier israeliano (dimissionario) Ehud Olmertfacendo gli auguri di buon lavoro ad neopresidente. Ha anchesottolineato come le relazioni fra Israele e Stati Uniti "sonospeciali e fondate su valori ed interessi comuni: vogliamorafforzarle e far avanzare il processo di pace in Medio Oriente",ha aggiunto.Ma se i rapporti "speciali" tra Washington e Tel Aviv non sonoin discussione, i dirigenti israeliani temono che la futuraAmministrazione scelga una linea piu' flessibile, piu' politica emeno militare, verso l'Iran e a mezza bocca ricordano che Obama,in campagna elettorale, aveva affermato di essere pronto aldialogo con il presidente iraniano Ahmadinejad che pure ha"annunciato" la scomparsa dello Stato ebraico dalla mappa delMedio Oriente. Secondo il quotidiano Haaretz, a preoccupare inmodo particolare Israele e' la possibilita' di un dialogo senzaprecondizioni tra Washington e Teheran. In Israele si ritieneinoltre che la crisi economica, l'Iraq, l'Afghanistan e irapporti con la Russia, saranno le priorita' di Obama, adiscapito del negoziato israelo-palestinese ripreso un anno fa adAnnapolis.E' meglio non illudersi - ha avvertito l'analista GeraldSteinberg del Centro studi strategici Besa di Tel Aviv,intervistato oggi da Apcom - Obama avra' ben altre priorita'rispetto a questo piccolo lembo di terra mediorientale.Probabilmente nominera' un inviato Usa per il Medio Oriente masolo fra qualche mese capiremo se il neopresidente assegnera'piu' importanza al dossier israelo-siriano o al conflittoisraelo-palestinese".Steinberg, peraltro, non crede nelle possibilita' di Obama diincidere, almeno nei prossimi anni, sui nodi principali delnegoziato israelo-palestinese. "Ci sono questioni molto complessealle quali solo il tempo potra' dare una soluzione e Obama nonpotra' risolverle in un paio d'anni", ha affermato l'analista inapparente riferimento alla forza del movimento islamico Hamas checontrolla Gaza e alla debolezza dell'Autorita' nazionalepalestinese di Abu Mazen.Tra i palestinesi, o almeno quelli che si sentono rappresentatidall'Anp, invece si nutre qualche speranza dopo la vittoria diObama. "Per noi la fine dell'era Bush e' stato uno sviluppofondamentale", ha spiegato ad Apcom Hafez Barghouti, direttoredel quotidiano al-Hayat al Jadida di Ramallah, "non ci attendiamocambiamenti radicali ma auspichiamo un atteggiamento diverso,piu' bilanciato di Obama in Medio Oriente dopo otto anni diappiattimento totale di Bush sulle posizioni di Israele". Inriferimento alle prossime elezioni israeliane (10 febbrario),Barghouti si e' detto convinto che "l'ascesa di Obama negli StatiUniti, influenzera' tanti israeliani, inducendoli a votare per leforze disposte al dialogo di pace che fanno capo (al ministrodegli Esteri e leader del partito Kadima) Tzipi Livni, a dannodella destra di Benyamin Netanyahu (Likud) ora in vantaggio neisondaggi".Secondo l'esperto libanese Saad Kiwan non si prevedonocambiamenti anche nella posizione degli Usa sul Paese dei cedri."Obama, incontrando di recente una delegazione libanese, haripetuto che salvaguardera' la sovranita' del nostro Paese esviluppera' le relazioni bilaterali". Tuttavia, ha aggiuntoKiwan, "molto dipendera' anche dagli sviluppi del negoziatoisraelo-siriano (indiretto e al momento sospeso, ndr). E' chiaroche se Damasco mostrera' un atteggiamento flessibile neiconfronti di Israele, Washington potrebbe mostrarsi altrettantoflessibile verso gli interessi siriani in Libano". Kiwan hainfine indicato nell'accordo di cooperazione di sicurezza cheIraq e Stati Uniti stanno negoziando, un test importante per lapolitica estera che Obama svolgera' nella regione. "Quell'intesadira' molto sulle intenzione future degli Usa in una regione,peraltro, ricca di risorse energetiche come quella che vada allaSiria al Golfo. Il presidente eletto dovra' dimostrare di volercambiare registro rispetto a Bush", ha detto.Estremisti arabi e fondamentalisti islamici da parte loro simostrano indifferenti verso l'elezione di colui che ha messo fineall'era della dottrina Bush della guerra preventiva e senzaquartiere contro il terrorismo. Hamas si e' limitato ad invitareObama a "trarre le conseguenze dagli errori delle precedentiAmministrazioni", e in particolar modo di quella guidata daGeorge W. Bush, commessi nei confronti del mondo arabo emusulmano.

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