Egregio direttore,
ho letto il suo articolo "Sindacalisti da Operetta e scioperi di Venerdì" e mi assumo la paternità delle dichiarazioni. Lo sciopero del 12 aprile era indetto dalle organizzazioni sindacali nazionali, conseguentemente aveva una valenza nazionale, per tale ragione si rendeva difficile poter tener conto dei disservizi recati nelle specifiche realtà locali. Comunque, lo sciopero si è svolto secondo le regole assicurando le prestazioni indispensabili nelle fasce orarie di massima utenza dei pendolari.
Le segreterie nazionali hanno più volte richiesto a Trenitalia soluzioni a tematiche quali la manutenzione dei rotabili, il sistema di gestione del personale mobile, lo smantellamento della Divisione Cargo, il settore vendita e assistenza.
Da Trenitalia sono arrivate solo generiche assicurazioni inconcludenti, mentre nel frattempo si sono moltiplicati atti unilaterali d'ogni genere, gravissimi quelli messi in atto dalla Divisione Cargo. Le segreterie nazionali sono così state costrette a prendere atto che l'obiettivo aziendale non era quello di risolvere i problemi evidenziati dal sindacato, ma solo quello di guadagnare tempo. Utilizziamo l'esercizio del diritto allo sciopero con il contagocce, ritenendolo uno strumento che crea una danno ai lavoratori e ai cittadini. A quest'ultimi era rivolta la mia dichiarazione "non c'è un giorno giusto per fare sciopero". Il sindacato ha molte colpe, ma imputargli la responsabilità di mettere in pericolo l'economia del territorio con l'esercizio del diritto di sciopero, attuato secondo le norme di garanzia, assicurando le prestazioni indispensabili, mi sembra assurdo. Ciò detto, chiedo scusa a tutti i cittadini per il disservizio arrecato dallo sciopero.
Salvatore Monteduro
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