Cara provincia
Giovedì 11 Dicembre 2008
Pd, i nodi arrivano da lontano
Il partito non riesce neppure a trovare una collocazione nel Parlamento europeo
Cara Provincia,
non le invio questa volta l’ennesima lettera. Volevo semplicemente esternare la mia amarissima condivisione dell’editoriale di Francesco Angelini.
Quale iscritto al Partito democratico e quale militante politico ormai da lunga data, sono preoccupato che il "giocattolo" si possa rompere definitivamente in mille pezzi. Naturalmente non me lo auguro e con le mie residue forze farò di tutto perché ciò non avvenga. Sarebbe un danno per gli elettori di centrosinistra, ma anche per il Paese che ha bisogno, come scrive Angelini, di una maggioranza di governo e di un’opposizione seria ed efficace di controllo.
Cordialmente,
Mariuccio Bianchi
Caro Mariuccio,
la ringrazio per la condivisione e aggiungo un’ulteriore riflessione sul Partito Democratico che parte da un po’ più da lontano. La sinistra cosiddetta riformista, sparsa qua e là in partiti e partitini, aveva davanti, a mio parere due strade: una era quella del Partito democratico, indubbiamente favorita dal vigente sistema elettorale. L’altra andava in direzione di una grande forza socialdemocratica sul modello dei partiti europei inseriti nella famiglia del Pse, dal Labour inglese a quelli tedesco e francese, peraltro oggi in crisi. Un partito del genere è sempre mancato in Italia per ragioni che arrivano ancora più da lontano e non è il caso di approfondire in questa sede. Certo, per favorire la nascita di un partito socialdemocratico sarebbe stato opportuno un altro sistema elettorale, sul modello tedesco. Per questa ed altre ragioni (non ultime la ferite ancora sanguinanti all’interno della sinistra) è stato deciso di percorrere la strada del Partito Democratico, una formazione politica che, come vediamo in questi giorni, non riesce neppure a trovare una collocazione nel Parlamento europeo. A mio avviso sarebbe occorsa una minor fretta nel mettere insieme culture politiche come quelle che compongono l’attuale Pd e sarebbe stato necessario selezionare una classe dirigente nuova e legittimata dalla base, non attraverso le primarie bulgare che hanno incoronato Veltroni. Da qui discendono i nodi che ora affiorano al pettine del Pd. E scioglierli non sarà una passeggiata.
Francesco Angelini
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