Ghislanzoni e i sogni di lago

Alla Galleria Valentinarte a Bellagio una ventina di opere «Amo questi luoghi a tal punto che mi si ripresentano la notte»

«Cosa sia sogno e cosa sia realtà è tutto da decidere. E’ un filo sottile quello che separa queste due dimensioni». Queste parole di Jacopo Ghislanzoni fanno da perfetta introduzione alla sua mostra “Il lago nel sogno”, che è stata inaugurata sabato alla Galleria Valentinarte a Bellagio. La mostra si compone di una ventina di opere che hanno il lago come tema portante, ma non è il “solito” lago.

La dimensione onirica a cui rimanda il titolo ci fa comprendere che i colori dei quadri di Jacopo Ghislanzoni danno voce a mille storie. Qualcuno ha definito quella di Jacopo Ghislanzoni una “pittura narrativa” e per certi versi lo è, ma le vicende ciascuno se le deve inventare. Il pittore ci suggerisce l’incipit, il resto della trama è affar nostro. Ne è una dimostrazione esemplare quella striscia di asfalto che s’infila dentro una galleria: il lago è sulla sinistra e in un amen scomparirà nel risucchio di un tunnel che potrebbe sbucare chissà dove.

Il legame di Ghislanzoni con il lago è sintetizzato da lui stesso in una testimonianza riportata in catalogo: «Amo questi luoghi a tal punto che mi si ripresentano in sogno. Non vorrei essere da nessun’altra parte che qui, non potevo essere più fortunato, gli appartengo quanto loro appartengono a me».

Il lago ed il sogno erano già i temi dominanti di due mostre che Jacopo Ghislanzoni ha tenuto a Bellano ed a Valmadrera. Nel 2014 nell’ex Chiesa di San Nicolao, a Bellano, l’artista aveva proposto la mostra “Bellanum. Un piccolo viaggio nei misteri di Bellano”. In quell’occasione 55 opere indagavano il paese del lago dove erano approdati Dylan Dog e l’agente speciale Dale Cooper, quello dei segreti di Twin Peaks. Il “racconto” di Ghislanzoni metteva a soqquadro le vecchie cartoline e faceva piombare Bellano dentro atmosfere noir. Il fatto che Dylan Dog sia famoso per essere l’indagatore dell’incubo per eccellenza, ci rimanda al tema del sogno.

Nel 2017, alla Galleria Civica Fatebenefratelli di Valmadrera, Ghislanzoni ha presentato la mostra “Lotto 1. Prologo”; 40 opere dipinte su legno, che avevano come momento ispirativo proprio quello del sogno. Gli accesi colori degli acrilici esposti a Valmadrera attraversavano mondi paralleli di super eroi sull’orlo dell’apocalisse e di paesaggi nostrani che non concedevano nulla alla pace.

C’è qualcosa che urla dietro i colori di Ghislanzoni, anche la tecnica usata, i suoi colori acrilici, sono la testimonianza di una pittura che nasce da un mondo interiore che non predilige il silenzio: «Amo dipingere con colori acrilici, i figli sintetici dell’industria, che non necessitano tempi lunghi per l’asciugatura e quindi soddisfano la mia impazienza, la mia impulsività. La mia pittura è un’esplosione immediata, che si fonde con basi lignee, omaggio all’arte quattrocentesca, il tutto prendendo forma in opere spesso ottenute dalla fusione di tecniche differenti, l’unione di pittura, collage, pantoni, indelebili, con risultati inaspettati, come i sogni o i mondi che in visione mi sembrano ricordi chiarissimi».

Nella mostra di Bellagio, l’attenzione di Ghislanzoni si rivolge al lago; i suoi colori sostituiscono parole che potrebbero sembrare inutili ed inefficaci. I quadri fissano momenti che paiono sospesi: c’è la passerella di un molo che sembra portare dentro l’infinito, una scalinata che dovrebbe scendere al lago ma non si sa mai. Le poche figure umane presenti sono tracciate rigorosamente in nero, neanche fossero ombre.

Nell’opera “Pescatori”, i soggetti rappresentati con la loro canna da pesca sono rigorosamente in fila ed hanno tutti un cilindro, neanche stessero partecipando a chissà quale liturgia. Uno solo, il primo, non pesca, è seduto a capo chino e sembra riflettere su ciò che ha contribuito ad incurvare le sue fragili spalle.

«Navigo la mia creatività, la mia pittura, - ci ha detto ancora Jacopo Ghislanzoni - mi esprimo con forza, brutalità; i disegni dai tratti chiari, dai bordi marcati, neri, che si alternano a sfondi dai colori esplosivi, forti, spesso fluorescenti, testimoniano la contraddizione che mi porto dentro, le molte facce di cui siamo fatti: a tutte quante viene permesso di lasciare un’impronta in una sola opera».

La mostra “Il lago nel sogno” alla Galleria Valentinarte a Bellagio (Salita Serbelloni, 10) resterà aperta sino al 3 luglio.

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