Settantacinque anni di palcoscenico
Buon compleanno, Juventus Nova

Lecco Ricorrenza speciale per la Filodrammatica di Belledo. Gli esordi in oratorio nel 1947 e la dispensa vescovile per far recitare anche le donne

Settantacinque anni di passione, impegno e, soprattutto, di amore per il teatro. La Filodrammatica Juventus Nova, compagnia teatrale amatoriale legata all’oratorio della parrocchia di Belledo, quest’anno celebra tre quarti di secolo.

Per festeggiare l’evento il gruppo teatrale metterà, in scena domani uno spettacolo molto particolare: “Eravamo 20.000”, lettura interpretativa drammatica di brani tratti dal diario di guerra del “nostro” caporal maggiore Luigi Corti e di alcune lettere di don Luigi Vailati». Sul palco si avvicenderanno dodici lettori diversi. La regia è affidata a Mauro Marini.

«La Filodrammatica Juventus Nova è stata creata nel 1947 per volere di alcuni ragazzi che frequentavano l’oratorio di Belledo e del parroco di allora, don Luigi Vailati - ricorda Mauro Marini, regista che ormai da quasi trent’anni fa parte della compagnia - All’inizio le prove si svolgevano direttamente nella canonica del prete ed erano ammessi soli uomini. Per fare recitare le prime donne si dice che ci fu bisogno di chiedere persino l’autorizzazione al vescovo».

Tra i ragazzi fondatori della Filodrammatica c’era anche Luigi Corti, divenutone poi responsabile per tanti anni. Classe 1920, il lecchese ha combattuto la seconda guerra mondiale in Montenegro, tenendo un appassionato diario. «Abbiamo deciso di prendere qualche stralcio di quel diario e portarlo in scena, effettuando una lettura interpretativa - prosegue Marini - le parole scritte da Corti saranno integrate con alcune lettere scritte dal parroco di allora, don Vailati. Raccontiamo la storia vera di uno dei fondatori, un’occasione unica per il nostro pubblico perché non credo ci saranno altre repliche di questo spettacolo».

La lettura interpretativa in italiano sarà quasi un unicum per la compagnia amatoriale belledense. All’inizio della sua storia, nel secondo dopo guerra, attori e registi scelsero di portare in scena principalmente drammi o farse.

A metà degli anni settanta però la Filodrammatica Juventus Nova si trasformò in una compagnia dialettale ed è proprio questo il motivo per cui è apprezzata sul territorio. «Non vorrei dire inesattezze ma credo che siamo rimasti gli unici nel lecchese a fare spettacoli solo in dialetto, per noi è diventata quasi una missione. Al giorno d’oggi in città il dialetto sta quasi scomparendo, noi cerchiamo di mantenerlo in vita. Forse è per questo che siamo richiesti e facciamo una quindicina di repliche per ogni spettacolo, alla gente piace ricordare il modo in cui parlavano i loro nonni».

Il segreto di tanta longevità secondo Marini è uno solo, l’amicizia. «Siamo un gruppo di amici di diverse età che si diverte a fare teatro. Ancora oggi, dopo tanti anni, siamo una compagnia parrocchiale di volontari e devolviamo tutti gli incassi alla parrocchia. Il gruppo è formato da una ventina di persone, tutti appassionati». ”Eravamo 20.000” andrà in scena domani alle 21 nella sala della comunità di Belledo. Ingresso gratuito con mascherina Ffp2.

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