Battazza dà ancora fiducia a Di Nunno

Il presidente onorario del Lecco sul patron: «Ha sempre mantenuto tutte le sue promesse. E lo farà ancora». Ma i figli Gino e Cristian avranno il loro bel daffare nel convincere papà Paolo Leonardo ad aprire il portafogli.

Le risposte date ai tifosi, tramite la stampa, durante la conferenza stampa di presentazione di Mister Alessio Tacchinardi non hanno convinto tutti i supporter blucelesti. E, soprattutto, lo striscione, che genera più di un sospetto di “autoproduzione”, unito alle parole del direttore generale Maiolo, che ha sottolineato come sia stato “lodato” sui social (ma di quei “tifosi” non se ne conosce uno, pare, che abbia calcato gli spalti del Rigamonti-Ceppi), ingenerano il dubbio che l’operazione Simpatia sia stata varata per “coprire” un po’ le magagne di questo difficile periodo.

Chi comanda davvero?

D’altronde, però, Tacchinardi è piaciuto per la schiettezza. Ha ammesso che non ci sarà una rosa completa al 15 luglio, data del ritiro. E non è stato presentato lo staff, che dovrebbe essere ufficializzato settimana prossima anche se, pare, dovrebbe essere costituito da Andrea Malgrati viceallenatore (lui è certo), Diego Scirea preparatore atletico (in forse), e Alessio Locatelli preparatore dei portieri (sicuro). Insomma, tutto molto fumoso.

Com’è normale, ma fino a un certo punto, al 29 di giugno. Tra l’altro ci sono i primi distinguo da fare: Tacchinardi ha già detto chiaro e tondo che su portiere e attaccante non si discute. Bisogna prendere gente di spessore. E dunque due over di sicuro affidamento. E se in porta ci potrebbe essere ancora Davide Libertazzi, ma solo come secondo, bisognerà trovare un primo portiere più giovane ma pur sempre non un “under”.

Tacchinardi sa che sarebbe un rischio trovare un “millenial” per questo ruolo così delicato. E davanti stesso discorso: si sta parlando di mille nomi, da Gabrielloni (difficilissimo) a Davide Arras (più semplice ma non risolutivo) del Grosseto. In mezzo tanti altri, ma il punto non è questo.

Il presidente Cristian Di Nunno ha smentito che la società spenderà “poco”. O che intende lasciar andare via tutti. Già tenere Battistini e Celjak, insieme al giovane esperto Enrici, non sarebbe male. Tacchinardi ha giustificato l’uscita di Pissardo dicendo che «chi non vuole restare a Lecco sarà accontentato».

Ma la realtà è che, almeno per ora, c’è grande confusione. Chi comanda davvero? O, meglio, chi decide chi comprare? Pare che sia in primis Alessio Tacchinardi a proporre i nomi. Li conosce di sicuro, sa chi vorrebbe. Ma poi chi dirà sì o no? Pare sempre lui: Paolo Leonardo Di Nunno, da Cormano. E sia Gino, il suo vice, che Cristian, il presidente, avranno il loro bel daffare nel convincerlo ad aprire il portafogli perché, in questo momento, non ci sente.

Serve qualche colpo

Ha iscritto la squadra non tanto per amore (o non solo) del Lecco, ma soprattutto perché sarebbe stato un “buco” economico non farlo poiché avrebbe perso anni di investimenti. Ora, però, sembra determinato a fare il minimo indispensabile che in serie C può equivalere al rischio retrocessione.

Tacchinardi getta acqua sul fuoco. E, da ultimo, lo fa anche Angelo Battazza, presidente onorario: «Basta chiacchiere. Fatti. Di Nunno (senior, ovviamente, ndr, sarà quello che sarà di carattere, ma lui ha salvato il Lecco dal fallimento nel 2016. Certo, l’ho portato io, ho anticipato i 20mila euro in Tribunale, ma lui lo ha salvato. E ha sempre mantenuto tutte le sue promesse. Cosa che farà ancora».

Basta questo per stare tranquilli? Evidentemente no. Ci vogliono i primi nomi, i primi “colpi”. Che non siano da album delle figurine ci sta. L’importante è che non siano nemmeno emeriti sconosciuti.

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