Pecorini: «Io, un centrale che bada al sodo»

Si racconta il nuovo difensore del Lecco. «Non sono Cannavaro o Nesta, ma mi farò apprezzare. Mi trovo più a mio agio contro le punte grandi e grosse».

Simone Pecorini, difensore originario di Baranzate di Bollate, milanese, 29 anni, conosceva Lecco più per le passeggiate sul lago con la fidanzata e con gli amici che per una frequentazione assidua del capoluogo.

Ma se non conosce (ancora) Lecco, conosce i suoi compagni di difesa di ieri e di oggi «conosco i giocatori più esperti, da Battistini a Marzorati, da Merli Sala a Celjak, anche se so che alcuni sono andati via. Però secondo me in difesa c’è già una buona base, per quello che ho potuto capire. Sono arrivato a Lecco perché c’è stata l’opportunità e l’ho colta al volo. Ci siamo subito intesi con mister e società e penso sia uno step di crescita rispetto ai due anni precedenti anche a livello di piazza e di mentalità».

Il centrale difensivo bluceleste racconta di sé: «Ho giocato sei anni in serie B, poi ho perso un anno, rimanendo senza squadra, quindi ho disputato quattro anni di C tra Cuneo, Monopoli (terzo, sono uscito ai playoff) e due anni alla Pro Sesto. A Sesto ho fatto due stagioni importanti. Mi sono subito ambientato e penso di aver fatto due buone annate, anche se gli obiettivi erano diversi da quelli del Lecco».

Le caratteristiche principali di questo “corazziere” di 1,90 sembrano essere quelle di amare il contatto fisico e fare a sportellate: «Penso di essere un centrale che bada al sodo. Non è che abbia chissà quali doti tecniche. Cerco di essere sempre sul pezzo e concentrato. Temo più gli attaccanti piccoli e veloci, i brevilinei, sempre difficili da affrontare. Quelli grandi e grossi, invece, mi piacciono di più. Se non altro è sempre un bel duello».

«Mi porterei Capogna...»

Riccardo Capogna, ex bomber bluceleste, è stato suo compagno di squadra a Sesto: «Per me ha dei valori unici. Un giocatore forte che ci ha dato tanto, frenato da qualche problema di salute, ma che ha contribuito tanto dentro e fuori dal campo alla salvezza della Pro Sesto. Me lo porterei dappertutto… Ma so che ha un altro anno di contratto per cui resterà là».

Che squadra vogliono fare a Lecco? Magari a Pecorini l’hanno spiegato davvero: «Ancora è presto. Come per tutte le squadre, il mercato è fermo. Ma c’è voglia di far bene perché Lecco è una piazza che pretende di far bene. Da me, poi, bisogna aspettarsi impegno massimo. E mi farò apprezzare per i valori che ho: non sono Cannavaro o Nesta, ma ho 29 anni e tanta voglia di alzare l’asticella rispetto alle ultime annate. Spero e penso che Lecco sia il contesto giusto per farlo. Mister Tacchinardi? Essendo juventino l’ho sempre amato per il giocatore che è stato. Ma come allenatore non lo conosco».

«Ho aperto un centro padel»

Un sogno personale? «Negli ultimi anni ho sempre segnato qualche gol, ma non ci penso ora. Io penso a far sì che si arrivi almeno a non prendere nessun gol. Se non incassi reti, hai più possibilità di vincere la partita. Poi ho sempre lottato per non retrocedere Il mister mi è sembrato molto carico e vuole imporre il suo gioco. Sarà un girone più difficile, questa stagione, con squadre più attrezzate, ma Tacchinardi mi ha già trasmesso una gran voglia di crescere insieme. È molto deciso e determinato…».

Pecorini convive con la sua fidanzata e segue i corsi dell’Università telematica Pegaso per laurearsi in Scienze Motorie, ma non ha progetti per il futuro: «Mi manca ancora tanto prima di finire con il calcio, spero. Ho aperto un centro padel e rimarrò sicuramente nell’ambito sportivo. Ma voglio giocare ancora per tanti anni».

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