Maestro di religione accusato di maltrattamenti: testimonianze in aula
La vicenda di Esino risale al 2017: sotto accusa un 34enne originario del casertano
Lecco
«I ragazzi non erano a proprio agio in classe, segnalai la situazione alla Curia, chiedendo che il maestro venisse allontanato, ma non successe nulla. Poi da parte sua ci furono parecchie assenze, e quindi manifestai anche il disagio per questa situazione che ci metteva in difficoltà». La «situazione» a cui ha fatto riferimento in aula Maria Luisa Montagna, dirigente scolastica, risale al 2017, e riguarda i presunti maltrattamenti di cui è imputato l’allora titolare della cattedra di religione alla scuola primaria di Esino Lario Francesco Cannavacciuolo, 34 anni, casertano di nascita, a processo davanti al collegio presieduto dalla giudice Bianca Maria Bianchi.
L’accusa originariamente formulata nei confronti di Cannavaccuiolo era quella più blanda di violenza privata, ma era stata successivamente riqualificata dal tribunale nella fattispecie più pesante di maltrattamenti, a seguito delle gravi circostanze emerse nel corso della precedente istruttoria. In aula si sono presentati alcuni testimoni. «Mia figlia non voleva più andare a scuola quando c’era l’ora di religione» ha detto una mamma, ricordando le difficoltà vissute dalla figlia. «Scrissi alla preside e nel frattempo mi confrontai con altri genitori che vivevano una situazione simile». Un’altra madre ancora: «Mia figlia non mi aveva detto nulla: venni a conoscenza della situazione da alcuni genitori».
Tra i testi, nel corso della scorsa udienza, si è presentata anche Maura Dell’Era, oggi vicesindaca di Esino ed ex insegnante della primaria. «A dicembre 2017 ricevetti una prima segnalazione di comportamenti anomali da parte di Cannavacciuolo, un insegnante molto giovane arrivato quell’anno. Proprio lo stesso giorno, facevo supplenza di religione, e chiesi ai ragazzi se andava tutto bene. Fu come una valanga, cominciarono a sfogarsi, raccontando di tutto, insulti, le nocche delle dita passate sulla testa per punizione, gli astucci buttati a terra, cominciai a prendere appunti per segnare tutto quello che dicevano (atto depositato nel fascicolo ndr) ma quasi non riuscivo a star dietro alle loro parole».
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