
Cronaca / Lecco città
Mercoledì 04 Giugno 2025
Addio al ragno di Lecco Cristian Brenna. Fatale una caduta in Trentino
L’alpinista milanese è morto ieri. Dal 2004 era membro dei Maglioni rossi. Con Barmasse aveva scalato la parete nord ovest del Cerro Piergiorgio
Lecco
Lutto nel mondo dell’alpinismo lecchese. Cristian Brenna, 54 anni, originario di Bollate, residente ad Arco di Trento, maglione rosso dal 2004, ha perso la vita ieri pomeriggio in un incidente avvenuto in Trentino.
L’alpinista è precipitato nel bosco e poi sulle rocce sottostanti mentre stava effettuando insieme a un amico un’escursione a 1400 metri, sulla Cresta del Monte Biaina.
Brenna era un ex atleta della nazionale italiana plurimedagliato in coppa del mondo, guida alpina e operatore del soccorso alpino della guardia di finanza.
Aveva iniziato a scalare fin da quando aveva 14 anni per poi dedicarsi completamente all’arrampicata sportiva ottenendo diversi podi in Coppa del Mondo (specialità Lead) e conquistando una vittoria a Courmayeur. Ha gareggiato anche nella tappa organizzata in piazza a Lecco.
Nel 2005 la scelta di lasciare le gare per entrare nel soccorso alpino della Guardia di Finanza e dedicarsi all’alpinismo di alto livello.
Ha scalato in Pakistan, dove ha aperto Up & Down sullo scudo del Chogolisa (5mila metri di quota),
Nel 2008 il capolavoro in Patagonia con la salita della parete nord-ovest del Cerro Piergiorgio, scalata insieme a Hervè Barmasse.
Una via - chiamata La Routa de l’Hermano. - che ponte fine al progetto dei maglioni rossi di conquistare la vetta patagonica.
Chiare le parole dei due alpinisti subito dopo aver raggiunto la cima: «Siamo stanchi anche se molto felici e poi diciamolo, finalmente, dopo 12 anni la parete Nord Ovest del Cerro Piergiorgio è stata finalmente scalata». Brenna in parete ha raggiunto su roccia fino al grado 9a.
A ricordarlo con un post sui social è il ragno ed ex presidente Fabio Palma: «Adoravo l’arrampicata e sei stato il più grande garista italiano di tutti i tempi. Ma eri proprio un grande atleta, serio e duro con te stesso. Fosti decisivo sul Pier Giorgio, in un amen ti trasformasti in grande alpinista. Eri per la meritocrazia, zero conflitti di interesse. Ci eravamo confidati ed eravamo d’accordo su tutto».
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