Lecco celebra San Nicolò

Il prevosto: «La città dica no agli isolamenti. Il futuro non deve essere solo costruito per perseguire il profitto»

Lecco

Ieri sera si è svolta la celebrazione eucaristica in onore di San Nicolò, il patrono della nostra città. La basilica, intitolata al santo, era, come ogni anno, affollatissima. Erano numerose le autorità civili, militari ed i rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni cittadine. Alla messa ha partecipato anche la comunità kossovara lecchese, molto fedele a San Nicola, ed anche i rappresentanti delle città gemellate con Lecco. La liturgia è stata presieduta da monsignor Bortolo Uberti e con lui hanno concelebrato l’eucarestia numerosi sacerdoti delle parrocchie lecchesi.

Il prevosto di Lecco ha introdotto la celebrazione sottolineando come pregare per San Nicola significhi oggi pregare per la pace ed in particolar modo per il popolo ucraino. Nella sua omelia monsignor Bortolo Uberti ha voluto insistere sulla necessità di essere veri cristiani: «Come ha fatto a Gerusalemme, Gesù entra nelle nostre case. Lecco è una città abitata da Dio e chi lo cerca lo può trovare». Il prevosto si è poi soffermato sulla ricorrenza del Concilio di Nicea, a cui partecipò anche San Nicola. Tenutosi nel 325 dopo Cristo, quel concilio ha connotato il recente viaggio di Papa Leone XIV: «Il Papa ci ha detto che questa ricorrenza storica ci permette di chiederci chi è Gesù Cristo per ciascuno di noi – ha precisato il prevosto –. Oggi i cristiani rischiano di ridurre Cristo a qualcosa di superficiale. Invece, non possiamo dirci cristiani per tradizione così come non è sufficiente fare “cose da cristiani”. Ci vuole, al contrario, una fede che dica il senso e la bellezza di ciò che siamo. Il potere di Gesù non sta nella forza ma nella misericordia e nel servizio. In questo senso Gesù è vero uomo e vero Dio».

Il prevosto ha poi ricordato l’importanza dell’unità e del dialogo: «La nostra fede genera comunione e questo è molto importante perché le divisioni impoveriscono tutti. Ecco perché solo una città coesa dà forma al suo futuro. Oggi la nostra città vive profondi cambiamenti. Alcuni sono inevitabili, altri vanno progettati e perseguiti. Per farlo non bisogna dimenticare che i soli criteri del profitto non servono ed anzi possono diventare controproducenti. La nostra città del domani deve crescere nel segno di tutti e non di alcuni».

Monsignor Bortolo Uberti ha concluso la sua omelia ricordando l’importanza del dialogo tra giovani ed anziani: «La città futura deve poter realizzare il sogno dei giovani e delle nuove famiglie, così come deve essere vicina agli anziani soprattutto quando questi restano soli. Dobbiamo dire no agli isolamenti e alle solitudini e ritrovare la bellezza del buon vicinato. Per fare tutto questo ci vuole una profonda sinergia tra le istituzioni ed i corpi intermedi. Vanno ritrovate le parole per coniugare le esperienze degli anziani con i sogni dei giovani. La fede protestata a Nicea e giunta sino a noi, va testimoniata. La responsabilità del futuro sta nelle nostre menti e nei nostri cuori». La cerimonia eucaristica si è conclusa con la benedizione con la reliquia di San Nicolò e la distribuzione delle mele alle autorità ed ai bambini.

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