Cronaca / Oggiono e Brianza
Mercoledì 12 Novembre 2025
Spaccio nei boschi di Nibionno, tre patteggiamenti
Tre patteggiamenti per accuse che vanno dallo spaccio di stupefacenti alle lesioni aggravate. Tre soggetti sono ancora ricercati, un imputato ha scelto l’abbreviato
Nibionno
Tre soggetti ancora irreperibili, un imputato che ha scelto il rito abbreviato, e tre sentenze di condanna a seguito di patteggiamento a pene pari a tre anni e dieci mesi, tre anni e nove, e quattro anni e cinque mesi di reclusione, per accuse che vanno dallo spaccio di stupefacenti alle lesioni aggravate. Questo il bilancio dell’udienza celebrata questa mattina davanti al giudice per le udienze preliminari Gianluca Piantadosi, che vedeva imputati sette nordafricani, tutti di origine marocchina, coinvolti in un giro di spaccio che aveva come base i boschi di Nibionno, a sud della provincia di Lecco. L’imputato che ha patteggiato la pena più alta era accusato anche di una violenta aggressione a due clienti, una donna e un uomo, feriti (la prima) con uno sfregio al viso. Le contestazioni del pm Chiara Stoppioni, oltre a quello di spaccio in concorso di sostanze stupefacenti, nel quale vengono elencati circa 43 clienti abituali di tutta la provincia di Lecco, riguardano anche un caso di lesioni gravi con l’aggravante dello sfregio permanente.
L’altro imputato coinvolto in questa vicenda è quello che ha optato per l’abbreviato, condizionato però all’audizione delle persone offese.
La vicenda era nata da un intervento effettuato dai carabinieri di Cremella, alle 5 del mattino del 16 luglio 2024, quando un cittadino residente nella zona di via Italia Libera, a Nibionno, nei pressi del vecchio lavatoio, aveva sentito delle urla femminili. I militari erano intervenuti e avevano trovato una donna con una vistosa ferita sanguinante alla testa, e un uomo vicino a lei, privo di sensi, che sarebbe intervenuto per difenderla. La donna aveva denunciato il fatto, ammettendo di essere consumatrice abituale di cocaina, eroina e hashish, e di rifornirsi da quella banda di nordafricani attiva all’epoca nei boschi di Nibionno. Quella notte si sarebbe accordata con uno degli imputati per acquistare poche decine di euro di coca ed eroina, ma a un certo punto lo spacciatore l’avrebbe accusata di avergli sottratto altra droga, picchiandola con delle bottiglie di birra in testa. Lei, proprio nelle fasi iniziali dell’aggressione, aveva sentito il telefono squillare. Era un amico, al quale aveva chiesto di intervenire, ma anche per questo era finita male: era stato picchiato duramente ed era finito al Manzoni. Da questo episodio gli investigatori della compagnia carabinieri di Lecco avevano ricostruito un giro di spaccio attivo a ogni ora, intercettando dai telefoni degli indagati contatti con oltre 40 clienti, per una somma complessiva di oltre 30mila euro di incassi in singole dosi di droga.
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