Don Bortolo Uberti: «Leone XIV sarà un Papa in comunione con la Chiesa universale»

Il prevosto di Lecco, don Bortolo Uberti, commenta la proclamazione del nuovo pontefice. «La volontà di proseguire la lezione di Francesco è sembrata evidente»

Lecco

In questi giorni si era molto discusso sui tempi che sarebbero occorsi per la scelta del successore di Papa Francesco. La velocità con cui il conclave ha trovato la coesione intorno ad un nome è stata sorprendente per molti. Ed è proprio la scelta quasi a sorpresa di un Papa americano, il primo punto della riflessione a caldo di don Bortolo Uberti, il prevosto di Lecco.

«Si diceva che i cardinali questa volta erano numerosi, che non si conoscevano ed erano divisi, invece hanno anticipato anche le più rosee previsioni, smentendo molte congetture. Un segno questo della grande unità del collegio cardinalizio». Ci sono poi state le parole del nuovo Pontefice, anche queste, per il nostro prevosto, di grande rilievo: «Innanzitutto, mi sembra il caso di rilevare che Leone XIV ha fatto un vero e proprio discorso. Fino a Giovanni Paolo II, il neoeletto Papa si limitava ad una solenne benedizione, poi c’è sempre stato un breve saluto. Il nuovo Papa ha fatto già un discorso anche piuttosto articolato. Ha toccato i temi della pace, della giustizia contro il male, della sinodalità della Chiesa, dell’evangelizzazione e dell’attenzione agli ultimi, tutte tematiche di grande importanza».

C’è stato poi il riferimento profondo a Papa Francesco, di cui Leone XIV ha ricordato le parole pronunciate il giorno di Pasqua: «La volontà di proseguire la lezione di Francesco è sembrata evidente, sarà un Papa in comunione con la Chiesa universale. Con Leone XIV siamo di fronte ad un Pontefice americano, agostiniano e che ha vissuto molti anni da missionario in Perù, ma che conosce anche molto bene la curia romano essendo stato Prefetto del Dicastero dei vescovi. Si tratta di una decisone oculata in continuità con Papa Francesco». C’è poi la scelta del nome: «E’ una decisione che cercheremo di capire meglio nei prossimi giorni. Noi ricordiamo Leone XIII e la sua enciclica “Rerum novarum”, quindi il riferimento alla questione sociale è evidente, ma è un aspetto questo che scopriremo cammin facendo».

Quasi per un caso del destino abbiamo sentito il vicario episcopale, monsignor Gianni Cesena, mentre si trovava per un momento di riflessione al Coe (Centro Orientamento Educativo) di Barzio e il pensiero a questo nuovo Papa missionario è stato conseguente: «Leone XIV è stato missionario e vescovo in Perù, una realtà che conosco abbasta bene», ci dice monsignor Cesena, che è stato responsabile dell’ufficio missionario decanale e nazionale.

A questo proposito il vicario episcopale ci dà in diretta le reazioni che arrivano proprio dal Perù: «Mi scrivono che in quel Paese sono entusiasti perché sentono il nuovo Papa come uno di loro, lo considerano molto vicino. Non è stato un caso che lui stesso nelle sue prime parole abbia salutato in spagnolo quelle comunità. Di fatto abbiamo un Papa missionario». Le prime parole di Leone XIV hanno evidenziato quello che caratterizzerà in nuovo pontificato: «Ha voluto sottolineare la missione di pace nel mondo nel nome dell’annuncio del Vangelo e la necessità di accogliere. In Piazza San Pietro peraltro c’era il mondo intero. Si parla spesso della Chiesa acciaccata e in difficoltà, ma a Roma s’è vista una Chiesa universale di cui il Papa e la punta dell’iceberg. La Chiesa universale è un mondo aperto alla forza del Vangelo». Importante per il vicario episcopale è anche la scelta del nome: «Aver scelto il nome di Leone XIV rimanda a Leone Magno, ma anche a Leone XIII e all’impegno sociale della Chiesa. Siamo allora di fronte ad un Papa missionario che desidera essere vicino a chi ha bisogno di essere aiutato».

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