
Cronaca / Valsassina
Mercoledì 28 Maggio 2025
Giallo di Cassina Valsassina, si aggrava la posizione di Paroli: la madre morta per soffocamento
L’altra verità sull’omicidio di Margherita Colombo, la pensionata trovata in casa senza vita il 18 novembre 2024, emerge dalla relazione dell’esame autoptico effettuata sul corpo della vittima: a ucciderla non sono stati i farmaci
Cassina Valsassina
L’altra verità sull’omicidio di Margherita Colombo, la pensionata di Cassina Valsassina trovata in casa senza vita il 18 novembre 2024, emerge dalla relazione dell’esame autoptico effettuata sul corpo della vittima, i cui esiti definitivi sono stati depositati ad aprile scorso. In base all’accertamento medico legale, infatti, la causa del decesso della 73enne sono da ricondurre ad un soffocamento, e non a una overdose di psicofarmaci, come emerso nelle prime battute delle indagini. Una morte indotta da un’azione violenta, come confermerebbero dei “segni di costrizione” rilevati sul corpo della donna.
Una conclusione che aggrava notevolmente la posizione del figlio Corrado Paroli, 48 anni, attualmente in carcere con l’accusa di omicidio aggravato, e che smentisce appunto la ricostruzione iniziale del fatto, in base alla quale la donna sarebbe morta a seguito dell’assunzione di una tisana con un mix di psicofarmaci: il Trittico, un antidepressivo diffuso in psichiatria per la sua azione sedativa, molto usato soprattutto come terapia serale che rientrava tra le prescrizioni mediche della donna, e l’Anelor, un ansiolitico che invece non era usato né dalla madre, e né dal figlio.
Lo stesso uomo, ricoverato dopo il fatto per un tentativo di suicidio su cui ora pesano molti dubbi da parte degli inquirenti, aveva respinto l’accusa, sostenendo che era lui “l’unico che avrebbe dovuto farla finita”, al culmine di un periodo di particolare difficoltà personale, per essere stato coinvolto in un’inchiesta giudiziaria su un presunto scandalo di rimborsi truccati in Regione, e per una pesante crisi sul versante della relazione coniugale con sua moglie. Adesso le risposte degli accertamenti di natura medico legale potrebbero scrivere un’altra storia della morte di Margherita Colombo, il cui cadavere benne trovato in un lunedì mattina di novembre nella sua casa di via Castello.
Paroli, nei giorni successivi all’omicidio, una volta dichiarato fuori pericolo dai medici dell’ospedale Manzoni, davanti alla giudice per le indagini preliminari Nora Lisa Passoni aveva sostenuto di aver preparato quella bevanda nella notte tra domenica 17 e lunedì 18 novembre, e di averla assunta una volta rientrato a casa dopo essere stato a Primaluna, alla ex casa coniugale, per lasciare lettere d’addio (contenenti anche monili e denaro) per la ex moglie e i due figli.
Alla gip aveva dichiarato di aver trovato, al suo rientro, la madre assopita sul divano e di aver dunque assunto la tisana “avvelenata”, non prima di aver lasciato un testo che, oltre a ribadire gli intenti suicidi, precisava la volontà di non dare risalto ai suoi funerali.
Versione che però non aveva convinto il magistrato. Paroli era tornato a convivere con la madre a Cassina dopo la rottura del matrimonio. Da alcune testimonianze raccolte durante la degenza in ospedale, sarebbe emerso che lo stesso avrebbe voluto “farla pagare” a sua madre per precedenti incomprensioni. Ora la svolta con gli esiti dell’autopsia, secondo cui la 73enne è stata soffocata, forse attraverso un’azione di compressione sul volto che l’ha portata alla morte.
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