Politica / Valsassina
Lunedì 28 Ottobre 2024
Referendum, amareggiati i sindaci di Cortenova e Primaluna: «Occasione persa»
I cittadini hanno espresso parere contrario alla fusione dei due comuni valsassinesi
Amareggiati dal risultato i sindaci dei due paesi. «Abbiamo perso un’opportunità - le parole a caldo di Sergio Galperti, di Cortenova –. Il voto va rispettato perché questa è la democrazia. Continueremo ad amministrare il comune di Cortenova per i prossimi cinque anni, per il bene del paese. L’affluenza è l’unica nota positiva, visto che la gente è arrivata ed ha votato e se l’espressione è stata per il no, va accettata. È ovvio che non mi sarei aspettato questo esito, visto che ho fatto la campagna referendaria per il sì».
Al seggio c’era anche il capogruppo di minoranza di “Cortenova domani” a seguire lo spoglio: «Prendo atto con soddisfazione della partecipazione al voto da parte degli elettori di Cortenova, con una percentuale di tutto riguardo per una consultazione referendaria - l’affermazione di Giancarlo Benedetti –. Come capogruppo riconosco che i cittadini hanno fatto delle attente valutazioni per il futuro di Cortenova».
A Primaluna, Mauro Artusi ha atteso l’esito in Comune: «Un po’ di delusione c’è per l’affluenza ad un appuntamento così importante. Su Cortenova – il suo parere – non ho parole. C’è stata poca attenzione, si è guardato più all’oggi che al futuro. Non è per criticare ma è un paese in netto calo demografico, ricco, però perde in attrattività. Era l’occasione per dare slancio a tutto il territorio ed a catena a tutta la valle. Abbiamo perso un’occasione che non si ripeterà più. Ed a questo punto, di fusioni in valle, non so se ne parlerà ancora. Vedremo come andrà il futuro, nella speranza che non ci sia il fuggi fuggi».
Walter Melesi della minoranza “Avanti insieme” si dichiara «deluso per la bassa affluenza. Si doveva puntare di più sulla partecipazione. Poi c’è stata troppa fretta nel voler fare il referendum: per non perdere un anno, adesso se ne perderanno sette. Non riesco a capire se è stato per colpa delle elezioni che ci sono state nel mezzo o se è il trend così. Di certo è che sono passati cinque mesi in cui non si è più parlato del referendum».
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