
Ansa Tecnologia
Martedì 20 Maggio 2025
Trovato un batterio sconosciuto sulla Stazione spaziale cinese
Un
batterio mai visto
prima è stato scoperto
in orbita
sulla
Stazione spaziale cinese Tiangong
: chiamato
Niallia tiangongensis
, sarebbe 'cugino' di un microrganismo del suolo chiamato
Niallia circulans
, che fino a qualche tempo era considerato una forma patogena di Bacillus. Al momento non è ancora chiaro se il batterio extraterrestre possa rappresentare una minaccia per la salute degli astronauti, ma di certo la sua
capacità di adattamento
, descritta in uno
studio
su International Journal of Systematic and Evolutionary Microbiology, potrà essere di interesse per le
future missioni spaziali
di
lunga durata
.
Ne sono convinti gli autori dell'articolo, i ricercatori dello Shenzhou Space Biotechnology Group e dell'Institute of Spacecraft System Engineering di Pechino, che hanno studiato il batterio trovato nei tamponi prelevati a bordo della stazione spaziale cinese nel maggio 2023 dall'equipaggio della
Shenzhou-15
, nell'ambito di una delle due indagini condotte dal China Space Station Habitation Area Microbiome Programme.
I ricercatori
non sanno ancora
se N. tiangongensis si sia
evoluto sulla Tiangong
o se sia
arrivato a bordo sotto forma di spore
presentando già alcune delle sue caratteristiche distintive. Lo studio dimostra che il microrganismo ha una
capacità unica
di scomporre la gelatina come fonte di
azoto
e
carbonio
, un'abilità che si rivela utile per costruire uno
strato protettivo
di biofilm
in cui avvolgersi
quando le condizioni ambientali si fanno difficili. D'altro canto sembra aver perso la capacità di sfruttare altre fonti energetiche usate dai suoi parenti terrestri.
Ciò dimostra la
facilità
con cui certi batteri possono adattarsi agli habitat orbitanti e non solo. E' recente la notizia della
scoperta di
26 nuove specie batteriche
nelle
camere bianche
utilizzate nel
2007
dall'agenzia spaziale statunitense per preparare al lancio il lander Phoenix Mars. I risultati dello studio,
pubblicati
dal Jpl della Nasa sulla rivista Microbiome, dimostrano che la capacità di questi batteri di adattarsi ad ambienti considerati sterili è dovuta ad alcuni geni legati alla riparazione del Dna e alla resistenza a sostanze presenti a livelli potenzialmente tossici per altri microrganismi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA