
Scoperto l'
insospettabile doppio lavoro
di una
proteina
cruciale per le cellule, chiamata
DDX11
: oltre a vestire i panni del meccanico nel nucleo della cellula, dove
apre la doppia elica del Dna
per permetterne la
replicazione
e la
riparazione
, lavora anche come spazzino nel citoplasma per
regolare
il
riciclo dei rifiuti
. Lo indica lo studio condotto dall'Istituto di biochimica e biologia cellulare del Consiglio nazionale delle ricerche in collaborazione con l'Università di Napoli Federico II. I risultati,
pubblicati
sulla rivista Autophagy, aprono la strada a
nuove strategie
contro malattie genetiche rare
e
neurodegenerative
come
Parkinson
e
Alzheimer
.
La
proteina DDX11
era già
nota da tempo
per la sua funzione di
Dna elicasi
, che la vede
operare nel nucleo delle cellule
per separare i due filamenti della doppia elica e permettere così l'intervento delle proteine che si occupano della
replicazione
e della
riparazione
. I ricercatori hanno ora scoperto che è
attiva anche nel citoplasma
delle cellule, dove è coinvolta nella
regolazione dell'autofagia
, il processo con cui sono
riciclati organelli e proteine, danneggiati e non più funzionanti
.
"Abbiamo osservato che,
in assenza di DDX11
, le
cellule perdono la capacità di formare correttamente gli autofagosomi
, le 'navette' che trasportano i rifiuti cellulari verso i lisosomi per la degradazione: questo compromette la rimozione di aggregati tossici", osserva Raffaella Bonavita, prima autrice dello studio. Un altro elemento chiave emerso dallo studio riguarda l'
interazione tra DDX11 e la proteina p62/SQSTM1
, un recettore fondamentale per selezionare e caricare le proteine e gli organelli deteriorati negli autofagosomi.
L'
autofagia
è oggi considerata un
meccanismo essenziale
per la
salute del sistema nervoso
e la sua alterazione è stata collegata a numerose
malattie neurodegenerative
, tra cui
Parkinson
,
Alzheimer
,
Sla
e
atassia con aprassia oculomotoria di tipo 2
. Il coinvolgimento diretto di DDX11 in questo processo apre
prospettive del tutto inedite
, sia per malattie genetiche rare come la
Warsaw Breakage Syndrome
, che compromette lo sviluppo fisico e neurologico, sia per le
malattie neurodegenerative
.
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