Lavorare nella bellezza, anche se produci acciaio

Mauro Ferraresi dirige il master in Beauty&Wellness dell’Università Iulm, che ha coinvolto 35 giovani: «Ho visto tante aziende, specie se finanziariamente molto solide, riempire con il bello i propri ambienti»

Comunicare la bellezza è un trend diffuso che non riguarda solo l’industria dell’estetica, della cosmetica, dei centri benessere ma si estende fino a toccare settori insospettabili come quello dell’industria pesante. È infatti recente l’attribuzione del titolo “La bellezza dell’acciaio” a Made in Steel, la fiera organizzata dalla community dell’acciaio Siderweb in Milanofiera Rho, così come il benessere diventa un investimento sempre più frequente in sedi industriali che adattano ambienti e flessibilità lavorativa in nome di una miglior qualità del lavoro. Tutto ciò si insegna e in Università Iulm si è da poco concluso il master in Beauty&Wellness diretto da Mauro Ferraresi, il cui team ora è all’opera per l’inserimento dei 35 allievi nei tirocini curriculari e già si pensa alla prossima edizione di un progetto decennale di un progetto che «lavora per alzare l’asticella della bellezza e del benessere dal punto di vista delle modalità di comunicazione, poiché essendo un ateneo di comunicazione ci occupiamo di formazione in tal senso e non relativamente alla formazione tecnica sugli aspetti fisici delle produzioni», afferma Ferraresi.

Professore, c’è un concetto di benessere e bellezza sempre più allargato su cui le imprese manifatturiere stanno aumentando gli investimenti? Quanto è importante imparare a comunicarlo?

Il concetto di bellezza è molto importante, tanto da spingere anche le imprese di un settore come quello dell’acciaio a citarlo, soprattutto in una società come la nostra ormai sottoposta a stress cronico per l’impatto della comunicazione digitale, dei sovraccarichi lavorativi e cognitivi. La domanda di bellezza dunque cresce in maniera tale da chiedere un maggior consumo di bellezza e di benessere, dato che in definitiva siamo in una società dei consumi. Quindi se una volta, nel secolo scorso, il tempo libero era pensato come un tempo vuoto, in cui ci si riposava senza metterci impegni di alcun tipo, oggi il tempo libero è pensato come ricreativo: quindi si va a cercare o il benessere o la bellezza, che viene ricercata, ad esempio, nel turismo delle città d’arte, così come il turismo delle Spa cerca il benessere. Visto che questo sembra essere il trend generale, appare naturale che a ciò si accodino anche le aziende che in situazione attive non in ambito di tempo libero (com’è il caso delle aziende che producono acciaio) decidono di declinare anche nel mondo del lavoro la tendenza in atto.

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