Stalin torna di moda nella Russia di Putin

A settant’anni dalla morte del dittatore gli vengono dedicate nuove statue. E nelle mire espansionistiche di oggi non è difficile vedere una riproposizione dell’impero di allora

Roberto Fabbri

Settant’anni dalla morte di Stalin. Un tempo lunghissimo, che insieme con i verdetti della Storia e le scelte che già negli anni Cinquanta del secolo scorso avevano fatto i suoi successori ai vertici dell’Unione Sovietica, avrebbero dovuto fare di lui un personaggio del passato. Invece, complice il ritorno al Cremlino di una dittatura personalistica appena mascherata dal persistere di istituzioni formalmente democratiche, la figura di Stalin sta tornando alla ribalta in Russia dopo oltre sessant’anni di oblio.

Lo scorso 2 febbraio, ottantesimo anniversario della vittoria sovietica sui tedeschi che diede una svolta alla seconda guerra mondiale proprio nella città che si chiamava Stalingrado, Vladimir Putin ha tenuto un discorso nel quale ha tentato di paragonare quello storico trionfo sui nazisti (veri) di allora a quello contro quelli immaginari che sta inseguendo da un anno in Ucraina. Nell’occasione, ha inaugurato solennemente un monumento: non ai caduti sovietici, che furono circa un milione, ma proprio a Stalin.

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