Fly Emotion, nessun risarcimento
per la famiglia dopo 17 mesi

Ad un anno e mezzo dalla tragedia, i parenti della vittima non hanno ricevuto alcun indennizzo. La procura aveva evidenziato gravi lacune tecniche e amministrative

Bema

Convivere ogni giorno con le immagini della tragedia. Da un anno e mezzo. Da quel giorno di maggio in cui Ghizlane Moutahir è precipitata nel vuoto sotto i loro occhi, in quella che doveva essere una giornata di svago. Un incubo, un dolore con cui la famiglia lotta quotidianamente, appesantito, peraltro, da quella che sta assumendo i connotati di una ulteriore, amara, beffa. Ad oggi, infatti, nessun risarcimento è stato versato a favore dei parenti (sorelle, fratelli e due nipoti) della donna marocchina, che da anni era stabilmente inserita in Italia, morta a 41 anni durante il volo sospeso alla Fly Emotion di Bema. Secondo quanto riferito da fonti vicine alla famiglia, fino ad ora non è neanche stata avanzata alcuna offerta risarcitoria. Ma non solo, la compagnia assicuratrice (Unipol), dopo mesi in cui i familiari hanno atteso invano un riscontro, ha dato incarico a un legale di fiducia allo scopo di verificare la copertura assicurativa.

Lungaggini che certo non aiutano i tormenti vissuti dalla famiglia. I nipoti della vittima stanno affrontando un complicato percorso di natura psicologica per cercare di assimilare il trauma: sono loro che hanno visto la zia scivolare dall’imbragatura, e cadere davanti ai loro occhi prima della stazione di arrivo dell’attrazione. La giornata, peraltro, era stata organizzata per festeggiare il compleanno di uno di loro. Dopo 17 mesi, dunque, non si sblocca la pratica del risarcimento, e anzi sembra che Unipol voglia prendere ulteriore tempo affidandosi a un legale di fiducia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA