CRV - Donato al Consiglio veneto il Tricolore ammainato dalla Torre del Sacrario di El Alamein

CRV - Donato al Consiglio regionale del Veneto il Tricolore ammainato dalla Torre del Sacrario di El Alamein

(Arv) Venezia 8 nov. 2022 -   Nel corso della mattinata di oggi, a Venezia, presso palazzo Ferro Fini, il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti ha ricevuto dal Consigliere regionale della scorsa legislatura Massimo Giorgetti - promotore, in rappresentanza dell’Assemblea legislativa, del progetto di valorizzazione del Sacrario militare italiano di El Alamein che ha visto la collaborazione di Onorcaduti e dell’Università di Padova - una delle dieci bandiere Tricolori ammainate ogni mese dalla Torre del Sacrario. Il Tricolore si trova da oggi esposto presso la Sala Giunta della sede del Parlamento regionale.

El Alamein si trova in Egitto, lungo la direttrice Alessandria-Marsa Matruth; nel 1942, questo settore vide contrapposte le forze armate italiane e tedesche a quelle Alleate, un evento il cui esito fu decisivo per la campagna in Nord Africa e, più in generale, per i destini della seconda guerra mondiale. Il Sacrario accoglie i resti dei soldati italiani caduti nel corso delle battaglie ed è opera di Paolo Caccia Dominioni, ingegnere e comandante dell’allora 31’ Battaglione Guastatori del Genio, direttamente coinvolto nei fatti bellici.

“Ringrazio Massimo Giorgetti - ha affermato il Presidente Ciambetti - per averci portato in dono la bandiera che sventolò dalla Torre del Sacrario di El Alamein, nei luoghi della seconda battaglia iniziata il 23 ottobre e conclusasi il 4 novembre 1942, dunque 80 anni or sono, e che provocò la morte di 13.500 soldati inglesi, 17.000 italiani, 9.000 tedeschi. Gli ultimi a cedere a El Alamein furono i paracadutisti della Folgore. Abbarbicati al margine della depressione di El Qattara, avevano di fronte il 13° corpo d’armata britannico che, secondo gli inglesi, doveva impegnarsi solo per dare vita a uno scontro marginale, mentre in realtà si trovò a combattere una delle più dure e logoranti battaglie di sfondamento dell’intero conflitto. Gli uomini della Folgore resistettero per 13 giorni senza cedere un metro. Alla resa ebbero l’onore delle armi e il nome della loro divisione restò da allora leggendario, tanto che la BBC inglese l’11 novembre 1942 commentò testualmente: ‘I resti della divisione Folgore hanno resistito oltre ogni limite delle possibilità umane’, mentre l’allora primo ministro inglese Winston Churchill disse: ‘Dobbiamo inchinarci davanti ai resti di quelli che furono i leoni della Folgore’. È difficile non pensare ai nostri giorni a quanto sta accadendo a poche centinaia di chilometri da noi. Nel nostro Veneto sono bene impresse le grandi battaglie combattute dai nostri soldati: pensiamo appunto a El Alamein o a Nikolaevka, che rammento ripensando alle parole di Mario Rigoni Stern che di ritorno dal Don, dove si era recato in pellegrinaggio nei primi anni Settanta, scrisse: “Ecco, sono ritornato a casa ancora una volta; ma ora so che laggiù, quello tra il Donetz e il Don, è diventato il posto più tranquillo del mondo. C’è una grande pace, un grande silenzio, un’infinita dolcezza. La finestra della mia stanza inquadra boschi e montagne, ma lontano, oltre le Alpi, le pianure, i grandi fiumi, vedo sempre quei villaggi e quelle pianure dove dormono nella loro pace i nostri compagni che non sono tornati a baita’. Purtroppo quelle pianure tra il Donetz e il Don non sono più tranquille, non sono più il luogo della grande pace, sono ancora una volta ferite dalla violenza di una guerra spaventosa, che rischia di travolgere la nostra civiltà. Ci eravamo illusi nel pensare che i cimiteri di Guerra fossero non solo spazio della pietà e dell’onore reso ai caduti ma anche monito ai viventi”.

“Per questo accogliamo oggi questa bandiera che giunge da El Alamein e dal suo Sacrario - ha concluso il Presidente Ciambetti - memoria viva della nostra storia che trova la sua sintesi nella Costituzione repubblicana, all’art. 11, per il quale il nostro Paese ripudia la guerra ma “consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”, nonché all’art. 52, quest’ultimo troppo spesso dimenticato e per il quale “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”. Non c’è retorica nell’accogliere ed esporre il Tricolore di El Alamain che è autentico richiamo non solo al ricordo dei Leoni della Folgore, ma a tutti i caduti delle guerre, di ieri e di oggi, ai quali va il nostro pensiero mentre riecheggiano nel nostro cuore le parole di papa Giovanni XXIII rivolte sessant’anni fa ai Potenti della terra supplicando ‘i Capi di Stato di non restare insensibili a questo grido dell’umanità. Facciano tutto ciò che è in loro potere per salvare la pace: così eviteranno al mondo gli orrori di una guerra, di cui nessuno può prevedere le spaventevoli conseguenze”.

“Una bandiera che ha sventolato sul Sacrario di El Alamein - ha ricordato Giorgetti - mi era stata consegnata nel mio ruolo di Assessore e Consigliere regionale per il contributo dato dalla Regione del Veneto, attraverso proprie leggi e iniziative, nel quadro della realizzazione del progetto relativo al recupero dello stesso Sacrario e del Museo che lì si trova. È giusto, quindi, che questo simbolo venga consegnato al Consiglio regionale ed esposto in una delle Sale più prestigiose del palazzo ove il Consiglio ha la propria sede. Ciò che questo Tricolore rappresenta, credo possa costituire uno stimolo per l’Assemblea legislativa e per tutti i colleghi, affinché continuino a lavorare nel miglior modo possibile”.

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