CRV - Elogio del Consiglio regionale del Veneto alla dott.ssa Marta Agnellini

(Arv) Venezia 8 nov. 2022  - Si è svolta oggi, a Venezia, nella sede del Consiglio regionale del Veneto, la Cerimonia di elogio alla dott.ssa Marta Agnellini, vincitrice del Premio ‘Per la promozione del capitale umano del Paese’ - istituito dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome - con la tesi di laurea ‘Pluralismo istituzionale e corretta distribuzione delle competenze in materia di ambiente tra Stato, Regioni ed Enti Locali, secondo i principi costituzionali’.

“È un messaggio di benvenuto quello che porgo alla dottoressa Marta Agnellini - ha affermato il Presidente del Consiglio regionale del Veneto e Coordinatore della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative e delle provincie autonome Roberto Ciambetti - vincitrice del premio “Per la promozione del Capitale Umano del Paese”, e al professor Maurizio Malo, docente di diritto pubblico-costituzionale e di diritto dell’ambiente nell’Università degli studi di Padova, studioso anche di diritto per la tutela del patrimonio culturale, oltre che presidente dell’Associazione Viva la Costituzione: grazie alla dottoressa Agnellini oggi ci occuperemo dell’autonomia differenziata, che è al centro della tesi di laurea premiata dalla Conferenza. Credo che i Consigli regionali abbiano bisogno di approfondire i legami e il confronto con il mondo della ricerca scientifica e le Università attivando un dialogo che è vieppiù necessario. Proprio per la necessità di concretizzare il confronto tra legislatori regionali e studiosi, in questo caso del diritto, nasce il premio “Per la promozione del Capitale Umano del Paese” che consente sia l’incontro con il mondo accademico, sia il sostegno agli studenti che si formano nelle nostre Università. La tesi di laurea della dottoressa Agnellini è veramente interessante e offre spunti di riflessione non marginali proprio oggi, quando il tema dell’autonomia sembra aver trovato nuovo slancio con il ministro Calderoli, tanto che già si profila il confronto sulle norme che verranno sottoposte al vaglio e all’approvazione del Parlamento per l’applicazione di quanto previsto dal dettato costituzionale. Stiamo vivendo una fase storica segnata dalla imminente rivoluzione tecnologica, da una nuova definizione della globalizzazione e dal consolidamento di nuovo equilibri socio-politici ed economici internazionali: il vecchio mondo sta scomparendo il nuovo deve ancora nascere e forse la pandemia Covid 19 ha fatto da spartiacque tra due fasi storiche. Di certo, non potremo affrontare il nuovo mondo che avanza con vecchi strumenti avanzati dal passato: ecco allora l’autonomia come straordinaria occasione di ammodernamento e rilancio della nazione. Autonomia, nel solco dell’articolo 116, alla Regione ma anche occasione straordinaria per una corretta attribuzione alle amministrazioni locali e al territorio di compiti e funzione nell’applicazione concreta del principio di sussidiarietà: giustamente, nella sua tesi di laurea, la dottoressa richiama l’attenzione a quanto previsto dall’articolo 118 della Costituzione notando che quell’articolo non parla solamente di sussidiarietà verticale ,ma anche di sussidiarietà orizzontale e che essa coinvolge non solo le pubbliche amministrazioni ma tutti gli attori sociali, pubblici o privati. La riflessione ci chiama in causa, perché come legislatori regionali dobbiamo essere un punto di riferimento nell’attuazione del principio di sussidiarietà, sia quando chiediamo l’Autonomia dallo Stato, sia quando dovremo redistribuire funzioni in un’ottica migliorativa dei servizi, mirando a far sì che le decisioni e le azioni siano prese e attuate da organismi e Istituzioni adeguati per materia, ma più prossimi ai cittadini stessi”.

“Dal risultato del referendum consultivo nella Regione del Veneto del 2017 sull’attribuzione ad essa di più poteri - ha ricordato la dottoressa Agnellini in sede di presentazione, in termini generali e riassuntivi, della propria tesi di laurea - è sorta la necessità di approfondire il tema dell’autonomia differenziata e i criteri di attribuzione delle funzioni amministrative tra Stato, Regioni ed Enti locali. L’autonomia differenziata si mostra essere una riscrittura delle disposizioni sulle competenze, anziché un’occasione di distribuzione delle competenze amministrative in modo più coerente con i principi dell’articolo 118 della Costituzione. Infatti, se l’articolo 118 fosse autenticamente applicato, allora il principio di sussidiarietà condurrebbe a un immediato accreditamento di responsabilità, competenze e autonomia per gli enti locali, nell’ottica di sgravare la più lontana amministrazione regionale, lasciandole compiti di coordinamento e programmazione di area vasta. Il principio di sussidiarietà è centrale nel sistema delle pubbliche amministrazioni in base all’articolo 118 della Costituzione, ma la definizione di un’autonomia differenziata più sontuosa è disciplinata dall’articolo 116 della stessa Costituzione. In altre parole, l’autonomia differenziata, ovvero il regionalismo differenziato, si può oggettivamente e concretamente attuare, ma nella misura in cui è opportuno farlo, facendo leva quindi direttamente sull’articolo 118, che è la via più semplice e più naturale. Piuttosto, oltre a un’attenta, mirata e diversificata distribuzione del potere amministrativo a vantaggio delle amministrazioni pubbliche più vicine alla comunità, va pure colta l’occasione del principio di sussidiarietà orizzontale, principio che accredita i privati all’esercizio di funzioni amministrative pubbliche. Cosicché, l’indirizzo a capo dei rapporti tra i diversi attori pubblici e privati è la realizzazione dell’interesse generale che si identifica nel pieno sviluppo della personalità di ciascuno e l’espansione dei diritti sociali la cui realizzazione secondo i principi dell’articolo 118 è particolarmente necessaria e delicata”.

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