
Società e Costume
Mercoledì 10 Novembre 2010
Baggio, uomo della pace
ma pensa al suo Veneto
All'ex calciatore il "Peace Summit Award 2010", prestigioso premio andato in passato anche a Clooney e a Benigni. Oltre all'impegno con la Fao, si è battuto nella campagna di liberazione di Aung San Suu Kyi, leader politica birmana. Lui commenta: "Sono orgoglioso, ma in questo momento il mio pensiero va al Veneto alluvionato"
ROMA - Il primo pensiero è per la sua gente. "Dividerò il premio che mi verrà consegnato in Giappone con tutta la brava gente del Veneto, la mia terra alluvionata. Parto per il Giappone con il cuore in tormento". Dopo attori e cantanti, Roberto Baggio diventa il primo sportivo a meritarsi il World Peace Award 2010. Un premio dall'alto valore simbolico la cui consegna avverrà venerdì, non a caso a Hiroshima.
A eleggere l'ex Codino azzurro - ricomparso solo di recente dopo anni di oblio sulla scena nazionale con la nomina a presidente del settore tecnico della Federcalcio - è stata una giuria di premi Nobel. In Giappone riceverà il riconoscimento da Mikhail Gorbaciov e Walter Veltroni, presidenti del summit giapponese incentrato su un "mondo senza armi nucleari".
Il "Peace Summit Award 2010" il riconoscimento prestigioso che annualmente viene assegnato da tutti i Premi Nobel per la pace alla personalità che più si è impegnata verso i più bisognosi. Baggio, pallone d'oro nel 1993, sarà premiato venerdì ad Hiroshima. L'ex calciatore è stato scelto per i suoi contributi alle organizzazioni di beneficenza in tutto il mondo, oltre ai finanziamenti agli ospedali, per il terremoto di Haiti e per il suo impegno per la libertà di Aung San Suu Kyi. In passato il prestigioso riconoscimento è stato assegnato a Annie Lennox, Bono, George Clooney and Don Cheadle, Peter Gabriel, Bob Geldof, Cat Stevens e Roberto Benigni.
Da pallone d'oro a uomo della pace, Roberto Baggio non finisce di stupire e di fare parlare il mondo di sè. L'ex fantasista che nei suoi quasi vent'anni di calcio ha disputato un mezzo migliaio di partite, ha segnato 205 gol, dei quali 29 nelle 56 partite giocate in Nazionale, ha sempre saputo essere protagonista sia sul campo sia da quando si è impegnato per i diritti umani. Difficile sintetizzare la sua storia di calciatore, basti ricordare che a Firenze scesero in strada pur di non vederlo andare alla Juventus, a Torino l'Avvocato ebbe modo di definirlo, in chiave affettuosa, "coniglio bagnato". Per poi ricredersi quando Baggio venne definito dalla stampa "divin codino" per via della coda di capelli.
Baggio abbracciò la fede buddista a Firenze. Da allora ha sempre indossato al braccio una fascia al braccio rossa, gialla e blu, i colori del Tibet, patria del Dalai Lama. Si è sempre diviso tra il calcio (ora è presidente del settore tecnico della Figc), la caccia (sua grande passione, con lunghi soggiorni in Argentina dove ha una tenuta) e l'impegno umanitario. È stato nominato Ambasciatore di buona volontà della Fao a ottobre 2002. Dedica gran parte del suo tempo e delle sue energie alle cause umanitarie: oltre all'impegno con la Fao, si è battuto nella campagna di liberazione di Aung San Suu Kyi, leader politica birmana ed è stato protagonista (lontano dai riflettori, che odia) nell'aiuto per la costruzione di ospedali in giro per il mondo, nell'impegno dopo il terremoto di Haiti e in altre battaglie di solidarietà.
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