
Società e Costume
Venerdì 27 Agosto 2010
Le pelli delle rane valgono oro
Fanno nascere nuovi antibiotici
Un ricercatore di un'università degli Emirati arabi ha individuato nei tessuti degli anfibi presenti in varie parti del mondo numerosissime molecole antibatteriche che potrebbero fornire a breve farmaci innovativi contro infezioni e malattie che gli attuali composti faticano sempre più a debellare
ABU DHABI - Ancora una volta gli animali ci vengono in soccorso per quanto riguarda la scoperta di nuovi farmaci. Il ricercatore Michael Conlon, dell'Università degli emirati di Abu Dhabi, ha scoperto infatti che dalla pelle delle diverse specie di rane presenti nel mondo sono ottenibili almeno un centinaio di molecole adatte a produrre nuovi antibiotici.
Non si tratta solo di una scoperta teorica: secondo lo studioso infatti, i nuovi composti di orgine anfibia potrebbero essere sperimentati clinicamente sull'uomo già entro cinque anni.
La scoperta è di rilievo in quanto i tradizionali antibiotici ormai "faticano" sempre più a debellare le infezioni, complici le assuefazioni da parte umana e la "resistenza" dei batteri, che si evolvono nel tempo.
Scoprire una nuova generazione di antibiotici quindi apre nuove strade allo sviluppo farmaceutico. Certamente tante molecole presenti nella pelle delle rane sono tossiche per l'uomo ma, con modifiche minimali, possono svolgere un ruolo farmacologico davvero positivo.
E la gratitudine va così ai piccoli anfibi che, da milioni di anni, resistono a difficili condizioni ambientali anche grazie a questo "tesoro" di molecole. Molte specie di rane rischiano purtroppo l'estinzione per via dell'inquinamento e dei cambiamenti climatici ma la "mappatura" internazionale delle molecole prodotte dalla loro epidermide ci mette ora al riparo dalla perdita di preziosissime informazioni.
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