Da Cortina a Milano a piedi: un viaggio
per raccontare le terre delle Olimpiadi

Artisti e abitanti uniti per narrare la complessità dell’abitare montano. Un’iniziativa che celebra l’accoglienza e la spiritualità dei luoghi attraversati

Tirano

Sono una decina di persone, dai 22 ai 59 anni, arrivate a Bormio da Cortina per camminare fino a Morbegno. Hanno attraversato i tanti paesaggi e le contraddizioni di una montagna che si prepara al grande evento delle Olimpiadi 2026. Proseguiranno poi fino a Milano, mossi dalla curiosità verso i luoghi e le storie di chi quei territori montani li abita. Sono i partecipanti al progetto «Errando per antiche vie. In cammino da Cortina a Milano», una grande azione di cammino e performance per «raccontare» il territorio che per la prima volta sarà messo sotto i riflettori internazionali grazie ai giochi olimpici 2026 per iniziativa di Campsirago residenza con Orobie residenze artistiche e Danzare a monte_pluraldanza. Ci sono una danzatrice e curatrice, una drammaturga e attivista, un attore e accompagnatore di media montagna, un fotografo, un regista, una guida ambientale e cantastorie, una danzatrice e antropologa; un gruppo eterogeneo accomunato dal desiderio di mettersi in cammino senza idee già preconfezionate.

Partire per mettersi in ascolto ed essere testimoni di una montagna in cambiamento. Si muovono infatti per incontrare abitanti, artisti, operatori culturali, amministrazioni locali per raccogliere un racconto che restituisca in tutta la sua complessità l’abitare montano. Mentre percorrono vie, sentieri e paesi, intonano canti che hanno inventato, si appuntano stralci di conversazioni, foto e racconti.

«Ci siamo fatti incantare dagli angoli di una natura meravigliosa che abbiamo incontrato e anche qualche capolavoro dell’uomo, come ad esempio una fontana con una testa di serpente, ci è sembrata una meraviglia», dice Michele di Campsirago residenza. «E c’è la spiritualità di luoghi come la Rupe Magna o di una cascata, dove ci siamo raccolti in silenzio», dice Marco. E poi ci sono anche le soste davanti alle «grandi» opere degli eventi sportivi, delle quali parlano con i residenti, analizzando i dati dei progetti, le loro ricadute, oltre che gli impatti. Le tappe valtellinesi di Bormio, Grosio, Tirano, Piateda e Morbegno sono state occasione per celebrare l’accoglienza e l’incontro. «Abbiamo dormito in oratorio nei sacchi a pelo, oppure in case che si sono aperte in convivialità», aggiunge Erica di Orobie residenze artistiche. I dialoghi si sono sparpagliati anche lungo i percorsi, davanti al bar dove i paesani li prendevano in giro come se fossero la carovana dei re magi. Nel cammino c’è soprattutto il gusto della scoperta e della sorpresa, ci sono chiacchiere e le riflessioni su quello che si osserva e si attraversa.

Il progetto Errando per antiche vie nasce come un piccolo atto rivoluzionario che oppone al motto delle Olimpiadi “citius, altius, fortius” quello di Alexander Langer «lentius, profundius e soavius»: più lenti e non più veloci, più in profondità e non più in alto, più dolcemente non più forte.

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