
Cronaca / Sondrio e cintura
Domenica 01 Giugno 2025
Didattica a distanza e Olimpiadi, si riaccende la polemica
Il Partito Democratico della provincia di Sondrio critica la decisione di introdurre la didattica a distanza nelle scuole superiori durante Milano-Cortina 2026. Secondo il Pd, la misura penalizza studenti, famiglie e personale scolastico, aggravando le disuguaglianze e rivelando l’incapacità organizzativa della Regione.
Sondrio
Scende in campo il Partito Democratico che interviene sulla questione dell’introduzione della didattica a distanza prevista nelle scuole superiori del territorio durante le Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026.
Lo fa con una nota, in cui, puntando l’indice contro il Pirellone, evidenzia «le gravi responsabilità politiche e organizzative di Regione Lombardia», rimarcando come non sia giusto che a farne le spese, ancora una volta, siano le famiglie, gli studenti e le scuole valtellinesi.
«Pur condividendo l’importanza dell’evento olimpico per il nostro territorio, va però sottolineato che ancora una volta sono le scuole a dover subire i disagi causati dalla disorganizzazione di Regione Lombardia - è la dichiarazione del segretario provinciale del Pd, Michele Iannotti -, incapace di realizzare le tanto decantate opere infrastrutturali promesse per l’evento e dimenticando i disagi quotidiani che studenti e personale scolastico continuano a subire, da qualche anno a questa parte, a causa di un sistema di trasporto ferroviario sempre più inaffidabile».
Per inquadrare lo scenario futuro, va ricordato che, in base a quanto comunicato il 13 maggio scorso dall’Ufficio scolastico regionale (Usr), saranno garantite lezioni in presenza negli istituti comprensivi, mentre nelle scuole superiori saranno previste soluzioni individualizzate. Vale a dire lezioni in presenza oppure a distanza, in base all’effettiva possibilità di raggiungere l’edificio scolastico. Secondo l’Usr Lombardia, tali soluzioni sarebbero efficaci, perché consentirebbero di preservare il calendario scolastico, garantire la qualità dell’offerta formativa, tutelare il diritto allo studio e alleggerire il traffico nei giorni delle competizioni, agevolando in particolare gli spostamenti verso Bormio e Livigno.
Di tutt’altra opinione il Pd che rimarca le fragilità comprovate sul campo dalla Dad, modalità introdotta durante l’emergenza Covid: da una parte ha aggravato le disuguaglianze, dall’altra compromesso in parte l’apprendimento degli studenti, nonché il percorso formativo educativo. Ma ci si chiede altresì cosa accadrà negli istituti che risultano raggiungibili a piedi per gli studenti, ma non per il personale scolastico, che magari risiede in un altro comune e si sposta con mezzi pubblici che potrebbero essere soppressi.
«Regione Lombardia tentenna - la sottolineatura di Sabrina Andreoli componente del gruppo scuola Pd provinciale - ed è disorganizzata, e a farne le spese, ancora una volta, sono le famiglie e le scuole della provincia di Sondrio. Si tratta dell’ennesimo episodio di incapacità e pressappochismo, di una lunga serie di disattenzioni che il nostro territorio continua a subire a causa di una linea politica regionale che, anche sul tema olimpico, si conferma inadeguata ed inefficiente». Le fa eco Daria Cornaggia della direzione provinciale del partito: «Le esperienze della Dad durante il Covid hanno già dimostrato quanto questa modalità abbia compromesso il livello formativo ed educativo, soprattutto per gli studenti più fragili, ovvero coloro che necessitano di sostegno specifico o che presentano disturbi dell’apprendimento». Della stessa opinione Giovanna Sciaresa: «Le evidenze raccolte in questi anni parlano chiaro - conclude la referente del gruppo Scuola del Pd provinciale -: la Dad ha aggravato le disuguaglianze. Inconcepibile come, ancora una volta, invece di privilegiare i diritti di apprendimento degli studenti, la Regione possa pensare di scaricare i problemi non risolti sulle scuole. I più penalizzati saranno ancora i più deboli!».
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