
Cronaca / Sondrio e cintura
Venerdì 13 Giugno 2025
I novant’anni della storica ostetrica di Tirano. Il suo motto: «Eccomi, vengo subito»
Il 90esimo compleanno di Marta Maria Violi Piazzani, festeggiato il 12 giugno, è l’occasione per ricordare con emozione i tanti anni in cui Violi ha prestato servizio come ostetrica sul territorio.
Tirano
«Il momento più bello? Sicuramente la nascita del bambino. Ero sempre tesa durante il parto, senza smettere di ascoltare il battito. Però quando nasceva scordavo tutto, era una grande gioia. La mamma, qualche volta, piangeva per la felicità, ma quasi quasi anche a me scendevano le lacrime». Il 90esimo compleanno di Marta Maria Violi Piazzani, festeggiato il 12 giugno a Tirano, è l’occasione per ricordare con emozione i tanti anni in cui Violi ha prestato servizio come ostetrica sul territorio. Ed è proprio Violi, con una lucidità e una grinta davvero invidiabili a 90 anni, a riavvolgere il nastro della memoria a quel 13 giugno 1955 – compiuti da un giorno i 20 anni – quando ha preso il diploma di ostetrica dopo aver studiato tre anni alla scuola Mangiagalli di Milano. Originaria di Incudine, in Valcamonica, Marta ha sempre avuto una propensione e un’attenzione verso i bambini e gli anziani. Così, quando ha espresso alla mamma il desiderio di studiare, è partita per Milano per diventare ostetrica. «A Milano avevamo dei parenti, cugini di mia mamma, la famiglia Brambilla, che sono stati per me sempre un punto di riferimento – racconta Violi -. Mi ricordo la prima volta che sono entrata in sala operatoria: stavano incidendo … ecco sono scappata fuori. È stato il primo impatto. A me, che mi allenavo a fare iniezioni sul cuscino, fu chiesto di farlo davvero alla donna. È partito tutto da lì».
Dopo i primi anni in Valcamonica, Violi si è trasferita, nel 1961, in Valtellina e ha iniziato a lavorare prima a Sondrio e poi all’ospedale di Tirano fino a quando ha compiuto 63 anni. «Ai tempi nascevano tanti bambini, in una giornata a Sondrio capitava che ne nascessero anche tre o quattro – prosegue -. Ricordo che quando sono arrivata a Tirano, mi sono trovata con 15 pazienti ricoverate che dovevano partorire. C’erano donne che sopportavano meglio e chi meno e urlava al primo dolore. Devo dire che si instaurava un bellissimo rapporto con le partorienti che si confessavano come fossi un prete. Mi raccontavano tutto, c’era una fiducia che si acquistava durante la gravidanza, se c’era la possibilità di seguirle, o durante il travaglio». Ai tempi molte donne volevano restare a casa a partorire. «Bisognava abituarle a farsi visitare – prosegue -. Non c’erano soldi in quegli anni e non tutte volevano pagare per gli esami. Era un impegno importante convincerle all’ospedalizzazione. Poi quando il bimbo nasceva non lo si dava sul petto della mamma come oggi; le donne non erano abituate a prenderlo ancora sporco. Si tagliava il cordone, si attendeva il primo vagito, lo si lavava e poi lo si dava alla nursery. Quanto all’allattamento, quasi tutte attaccavano il figlio al seno, anche chi aveva poco latte. Sul territorio andava molto il latte vaccino, perché c’erano le mucche e non c’era tanta possibilità di latte in polvere».
Violi era sempre in pista, è il caso di dirlo. I primi anni le ostetriche all’ospedale di Tirano erano solo due, con reperibilità giorno e notte. «Per fortuna che ho sempre avuto la casa vicino all’ospedale – dice -. È capitato che per due giorni di fila non tornassi a casa oppure che rientrassi, non facessi in tempo a mettermi a letto che squillava il telefono e dovevo ripartire». Ma la devozione con cui l’ostetrica Marta lavorava, l’amore che metteva in quello che faceva, l’attenzione che riservava alle donne e ai piccoli l’hanno resa una figura indimenticabile a Tirano. Le due figlie, Aurelia e Lorella Piazzani, dicono di non poter uscire con lei a passeggio perché è un continuo fermarsi davanti a persone che la vogliano salutare. E nel salotto di casa un mobile è pieno zeppo di bomboniere, dono di battesimo delle migliaia di bimbi fatti nascere da Marta in 43 anni da ostetrica. Sempre attenta e prodiga nel seguire con umanità e competenza il suo lavoro, Violi non ha esitato mai un istante neppure a dedicarsi al volontariato assistenziale per molti anni ancora presso i domicili di donne anziane in difficoltà motorie ed economiche, così come per casi difficili di gestanti che risiedevano in Alta Valle. Come ricorda il cugino Mario Brambilla, il suo semplice motto, denso di significato, era: «Eccomi, vengo subito».
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